Quella Coca Cola bevuta con Fernanda Pivano

Lo scrittore Paolo Roversi ricorda Fernanda Pivano: "È sempre stata ben disposta verso chi si interessava ai suoi amici scrittori"

Ho avuto il piacere e l’onore di conoscere Fernanda Pivano anni fa, quando l’andai a trovare nel suo bell’appartamento situato proprio dietro al Tribunale, a Milano. Una casa luminosa, piena di libri. Volle che ci dessimo del tu. Friendly la definirebbero gli americani che lei ha tradotto così bene per tutta la vita. E fu proprio grazie ad un americano che io ebbi il piacere e l’onore di conoscerla. All’epoca – io scrittore in erba, emerito signor nessuno, ancora lontano dal pubblicare romanzi gialli, dai premi e dalle traduzioni – mi ero messo in testa di scrivere un libro sul Vecchio, il nomignolo con cui gli appassionati conoscono Charles Bukowski e per farlo avevo voluto puntare in alto, scegliendo il miglior compagno di viaggio sulla piazza.
Chi meglio di Fernanda Pivano può accompagnarmi in questa avventura?”, mi ero detto.
Bukowski e Fernanda si erano conosciuti in California all’inizio degli anni Ottanta quando lui le aveva concesso una lunga intervista, diventata poi il libro Quello che importa è grattarmi sotto le ascelle. Da quel momento in avanti divennero buoni amici.
Quando la contattai chiedendole di poterla incontrare, Nanda fu subito affabile e disponibile.
Bastò la mia passione per Bukowski come lasciapassare: lei è sempre stata ben disposta verso chi si interessava ai suoi amici scrittori.
Trovarmela davanti fu una grande emozione: per me rappresentava un mito vivente tanto che entrare nella sua casa, tra pile di libri e lattine di Coca-Cola – che durante il nostro dialogo aveva bevuto senza sosta – all’inizio mi lasciò un po’ disorientato. Durò solo un istante però: subito mi mise a mio agio. Iniziammo a parlare di letteratura americana e mi scordai di tutto il resto.
Parlava di Bukowski con occhi sognanti ricordando lucidamente dettagli, dialoghi e situazioni. Passava con nonchalance a citazioni di “papa” Hemingway, di Jack Kerouac o di Allen Ginsberg. Sorridendo e compiacendosi del fatto che lei, amica dei più grandi ubriaconi della storia della letteratura americana, era sempre stata astemia. E fu proprio su questa frase che mi mostrò la dedica del mio autore preferito. Era scritta su un foglio a righe di quaderno.
“Avresti dovuto brindare con me. Ma è stato bello comunque”.
Rimasi ore insieme a lei. Registrai la sua voce su cassetta per essere sicuro di non perdermi nemmeno un aneddoto.
Il mio libro uscì qualche mese dopo ed ebbe un certo successo. Il titolo lo suggerì lei:Bukowski scrivo racconti poi ci metto il sesso per vendere (Stampa Alternativa).
Oggi la voglio ricordare così: sorriso dolce e occhi sorridenti mentre beve Coca-Cola e mi parla di Bukowski… Ciao Nanda.


 
Paolo Roversi è nato nel 1975 a Suzzara (Mantova) e vive a Milano.

Definito dalla critica lo Scerbanenco postmoderno e il golden boy del giallo italiano ha pubblicato quattro romanzi con protagonista il giornalista hacker Enrico Radeschi: Blue Tango – noir metropolitano (Stampa Alternativa) e con Mursia, La mano sinistra del diavolo (vincitore del Premio Camaiore di Letteratura Gialla 2007), Niente baci alla francese e, per ragazzi, Gli agenti segreti non piangono. Tra i suoi saggi ricordiamo Bukowski Scrivo racconti poi ci metto il sesso per vendere (Stampa Alternativa) e Mantovani – i nipoti di Virgilio (Sonda).

Nel 2008 ha pubblicato il romanzo Taccuino di una sbronza da cui in novembre 2009 verrà messo in scena uno spettacolo teatrale. I suoi romanzi sono tradotti in Spagna.

E’ ideatore e direttore dei festival NebbiaGialla e Milano in Bionda. Dirige il webpress letterario Milanonera. Il suo sito internet è www.roversiplanet.com

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 19 Agosto 2009
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.