Bioarchitettura e scuole: un matrimonio che dovrà farsi
L'Anab ha organizzato un incontro per illustrare i principi dell'architettura sostenibile nelle scuole, portando esempi concreti, come la scuola dell'Iinfanzia di Morazzone
Ne sono sicuri i soci membri di ANAB, l’associazione nazionale architettura bioecologica che oggi, venerdì 16 ottobre, hanno organizzato un convegno al Chiostro di Volorre dedicato proprio all’architettura sostenibile per le scuole dell’infanzia.
Partendo dall’esempio di Morazzone dove l’amministrazione ha deciso di sposare la causa della sostenibilità per ristrutturare il proprio asilo, i membri di ANAB hanno trattato i vantaggi personali ma anche economici che derivano da quest’impostazione: « In Italia, abbiamo ancora un’architettura legata a schemi tradizionali – spiega Verena Merli, una degli organizzatori – noi, invece, mettiamo in discussione l’uso di certi materiali inquinanti, come quelli petrochimici, o concetti come l’esposizione degli ambienti che in genere si preferisce a sud dimenticando i problemi legati all’estate. In Italia si fa ancora fatica a sostenere i benefici della bioarchitettura. ma, nei paesi scandinavi, per esempio, da tempo ormai si applicano e con successo queste metodiche. Ci sono, comunque, zone d’Italia dove l’uso di legno è considerato la normalità e non limitato alle baite di montagna».
Soprattutto nelle scuole, dunque, l’attenzione ai principi della sostenibilità architettonica potrebbe avere ripercussioni importanti: sia per il benessere fisico dei bambini, sia per la loro crescita salubre ma anche per la loro cultura più sensibile alle tematiche dell’ambiente e della Terra: «Per bambini e anziani , categore sensibili – spiega ancora Verena Merli – un’attenzione alla realizzazione secondo il principio della progettazione condivisa tra esperti, amministratori ma anche psicologi, potrebbe apportare molti vantaggi».
Convinta dell’importanza dell’evoluzione culturale in un campo fortemente tradizionale, è anche il neo rieletto presidente dell’Ordine degli Architetti provinciale Laura Gianetti: «Se noi guardiamo all’Europa, ci trioviamo in grave ritardo. Materiali, ma anche tecniche di costruzioni innovative si stanno facendo largo mentre gli italiani sono tradizionalmente legati al "mattone". Questo tipo di iniziative culturali sono importantissime e, anzi, dovrebbero essere ripetute e aperte alla cittadinanza perchè si muti la cultura della casa. Inoltre, il timore dei costi eccessivi è facilmente superabile se si considerano l’ammortamento in tempi contenuti dei maggiori costi iniziali, ma anche gli incentivi che lo Stato eroga ai privati e che arrivano sino al 55% della spesa sostenuta».
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