Prevenzione: il metodo migliore per sopravvivere al tumore al polmone

In dodici anni sono stati 70 i tumori diagnosticati grazie al progetto Pre.Di.Ca. Sono quattro in provincia i centri radiologici che partecipano al progetto

70 casi di tumore al polmone diagnosticati a Varese nell’ambito del progetto PRE.DI.CA (Precoce Diagnosi di Cancro), dal 1997 ad oggi.
Un numero enorme, il cui impatto è ancora più forte se si considera che riguarda soggetti sedicenti sani, assolutamente asintomatici, tutti accomunati da quella che il prof. Lorenzo Dominioni, direttore dell’U.O. di Chirurgia toracica del Circolo, non si stanca di definire una pessima abitudine, il fumo. «Nell’85% dei casi di tumore al polmone, – spiega – è il fumo attivo a determinare lo scatenarsi della patologia. Ciononostante, questa abitudine altamente nociva persiste».
 
Sulla base di questo dato, 12 anni fa, grazie alla sinergia tra Università dell’Insubria, Lions Clubs, Azienda Ospedaliera, ASL e istituzioni locali, è stata creata l’associazione PRE.DI.CA, con lo scopo di condurre la propaganda antifumo e, parallelamente, favorire la diagnosi precoce del cancro al polmone nei fumatori ed ex-fumatori.
Grazie a questa iniziativa, i fumatori ed ex fumatori, di età compresa tra 45 e 75 anni, hanno la possibilità di sottoporsi annualmente e gratuitamente ad una radiografia del torace, in modo da favorire una diagnosi precoce in caso di tumore e, di conseguenza, aumentare notevolmente le proprie probabilità di sopravvivenza.
«Dal 1997 ad oggi, – chiarisce Dominioni – gli esami radiografici effettuati nell’ambito del progetto PRE.DI.CA sono stati 24.344, coinvolgendo 5.733 soggetti a rischio delle provincie di Varese e Como, arruolati su base volontaria, che, ogni anno, continuano a sottoporsi al controllo. Una mole di lavoro immane ma che – a distanza di 12 anni lo possiamo dire con certezza – ha dato risultati più che incoraggianti».
Dopo 5 anni dall’intervento chirurgico per asportare il tumore, infatti, il 30% dei pazienti è ancora vivo, alcuni di loro lo sono da oltre 10 anni: «Se non ci fosse lo screening, la percentuale di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi di cancro al polmone sarebbe inferiore alla metà. In provincia di Varese, in particolare, solo il 10% dei pazienti colpiti da questa patologia che non hanno aderito allo screening, andando incontro conseguentemente a diagnosi tardive, sopravvive dopo cinque anni dalla diagnosi».
Attualmente, in provincia di Varese, sono 4 i Centri di Radiologia che partecipano al progetto: l’ Ospedale di Circolo di Varese, l’ Ospedale di Cuasso al Monte, l’Ospedale di Cittiglio, Ospedale S. Antonio Abate di Gallarate.
Chi fosse interessato ad aderire al progetto per la Prevenzione del tumore al polmone, può rivolgersi alla segreteria PRE.DI.CA., contattabile telefonicamente in orario d’ufficio (14.00 – 18.00) al numero 0332.278.868, con sede al secondo piano del Padiglione centrale dell’Ospedale di Circolo.

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Pubblicato il 15 Ottobre 2009
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