La Lombardia si spacca, tra pensionati e paperoni
Le dichiarazioni dei redditi descrivono una regione contradditoria: tra città ricchissime come Basiglio e paesi poveri, come Veddasca
Anche una delle regioni più ricche d’Italia, la Lombardia, si spacca nettamente tra ricchi e poveri. Secondo i dati Irpef, relativi alla dichiarazione dei redditi del 2008, la nostra regione ospita le città più benestanti d’Italia, ma anche alcuni dei paesi più indigenti. Al top c’è, come sempre, c’è Basiglio, arricchito dal quartiere di Milano 3. Anche se quest’anno Basiglio è solo al secondo posto, scalzata da Medea (Go), con un reddito pro capite medio di ben 47.165€. Seguono, nella classifica lombarda, Cusago (Mi), l’enclave di Campione d’Italia, Torre d’Isola (Pv), Segrate e Arese.
Come si diceva, però, non mancano nemmeno i comuni poveri: il comune di Val Rezzo (Co) figura tra i più poveri d’Italia, con un reddito medio di 3.780€ l’anno. È un reddito paragonabile solo a quello di alcuni comuni del Sud. Tra i comuni poveri ci sono i comuni della Val Cavargna e Villa di Chiavenna in Lombardia. Va segnalato tuttavia che in molti abitanti di Val Rezzo hanno anche residenza in Svizzera, trasformando il paesino dell’Alto lago in una sorta di residenza estiva, in pochi hanno attività commerciali sul territorio.
Anche Varese rispecchia questa doppia anima. La Città Giardino si riconferma relativamente ricca: con un reddito totale di 1.472.183.205€ e un reddito medio di 24.045€ è l’undicesima città capoluogo in Italia. Nella nostra provincia, però, c’è anche uno dei comuni più poveri d’Italia, come Veddasca: in totale sono stati dichiarati 2.448.507€, per un reddito pro capite di solo 9.426€ l’anno. Non è necessariamente un effetto della sfortuna e non è una "colpa". «Qui a Veddasca ci sono molti anziani», fa notare il sindaco Adolfo Dellea, «Gran parte dei giovani si trasferisce e lavora altrove, quindi in molti vivono con la pensione, che può essere più o meno alta». Destino di tutte le terre di montagna, un patrimonio che forse meriterebbe maggiori attenzioni. «Come tutti i paesi di montagna», conclude Dellea, «Il comune ha pochi fondi e deve lottare per sopravvivere».
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