La parrocchia festeggia Sant’Agostino con le musiche di Padre Divid

In occasione della memoria del Battesimo di sant’Agostino (24 aprile 387), la Parrocchia di Casciago e il Comitato sant’Agostino organizzano una serata per sabato 24 aprile alle ore 21

In occasione della memoria del Battesimo di sant’Agostino (24 aprile 387), la Parrocchia di Casciago e il Comitato sant’Agostino organizzano per sabato 24 aprile alle ore 21 nella chiesa parrocchiale di Casciago una serata dal titolo “Il coraggio di sperare… padre Divid”: salmi, inni e cantici nella versione di Padre Davide Turoldo. La proposta del Gruppo Corale InCanto del Ticino con i gruppi corali Schola Cantorum s. Cecilia di Canegrate diretta da Mons.Gaetano Sirtori; Corale Madonna dei Poveri di Castano Primo diretta da Massimo Noè; Schola Cantorum di Furato diretta da Piero Venegoni; Corale san Mauro Abate di Buscate diretta da Chiara Pisoni; Coro san Bernardo di Malvaglio diretto da Ivan Garavaglia; Cappella Aloysiana di Magenta diretta da Remigio Lacava; Corale santa Cecilia di Turbigo diretta da Giovanni Meazza; Schola Cantorum di Ossona diretta da Aldo Trezzi; Coro san Guniforte di Nosate diretto da Mario Peretti; Gruppo Vocale InCanto di Robecchetto c/Induno diretto da Luigi Zuccotti; Coro Daltrocanto di Robecchetto c/Induno; coristi di Castelnovate, Inveruno e del Gruppo Polifonico Armonia coordinati da Bepi De Marzi, Luigi Zuccotti, Roberto Cassani ed elaborazioni organistiche e corali di Francesco Finotti, Bepi De Marzi, Ismaele Passoni, Luigi Zuccotti.
 

Padre David Maria Turoldo, "Coscienza inquieta della Chiesa", ordinato sacerdote dei Servi di Maria nel 1941, chiamato subito a operare a San Carlo al Corso di Milano, ha iniziato a pubblicare le sue sconvolgenti poesie nella Rivista della Resistenza milanese, "L’Uomo". Per molti anni ha tenuto la predicazione domenicale nel Duomo di Milano su invito del cardinale Schuster. Collaboratore di don Zeno a Nomadel¬fia, allo scioglimento della "piccola città della fraternità" nei primi Anni ’50 da parte delle autorità italiane e vaticane, è stato mandato in esilio, lontano dall’Italia con l’ordine di non rimanere nello stesso luogo per più di qualche mese:"Fatelo girare, che non coaguli". Richiamato in Italia dal Papa Buono Giovanni XXIII, si è stabilito definitivamente a Sotto il Monte, nell’abbandonata abbazia di Sant’Egidio. E qui, senza mai aver perduto "il coraggio di sperare", ha completato il lavoro di traduzione e adattamento strofico dei Salmi. Il cardinal Carlo Maria Martini, che ha conosciuto e stimato Padre Davide, gli consegnò quando ormai era già ammalato e a pochi mesi dalla sua morte – il premio Lazzati.

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Pubblicato il 16 Aprile 2010
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