Turismo sostenibile, la nuova scommessa del Parco Ticino

L'ente è pronto a "mettere in rete" le potenzialità del territorio. In crescita arrivi e permanenze: per la gran parte sono ancora viaggiatori "business" su Malpensa. Sullo sfondo l'Expo: "non grandi alberghi, ma bed & breakfast e agriturismi"

Il Parco del Ticino punta decisamente al turismo sostenibile, anche in vista dell’Expo milanese del 2015. Più che di gestire dei fondi, si tratta di far passare dei messaggi e mettere in rete amministrazioni, imprenditori e strutture del Parco stesso per dare una marcia in più al territorio e fargli scoprire una vocazione fin qui frenata. L’obiettivo è di potenziare l’attrattività per il tempo libero e tutte quelle attività di turismo-natura, scolastico o a sfondo storico e artistico in cui il Parco ha le carte in regola per eccellere, creando una green economy per la valle del Ticino, «un piano socioeconomico a favore dei residenti, per far capire che è finita la stagione dei vincoli e dei limiti, e inizia quella delle opportunità, ma nel rispetto del territorio, senza il quale nulla rimarrebbe». Così Milena Bertani, presidente del Parco, spiega il senso dell’iniziativa incontrando la stampa al centro parco della Fagiana (Magenta).

Il fatto è che nè il Parco stesso, nè i Comuni e le tre province interessate (Varese, Milano, Pavia) avevano fin qui considerato seriamente una pianificazione turistica per la valle del Ticino. Bertani, a capo del Parco da fine 2002, spiega come si è giunti a sviluppare il tema sfruttando uno studio commissionato al Touring club sulle presenze che si registravano nel Parco.
A supporto, Bertani snocciola i dati (cortesia della Regione) sul fenomeno turistico dal 1998 al 2008. In quest’ultimo anno i Comuni del Parco avevano registrato 466.284 arrivi e 782.594 presenze (permanenze), con un’incidenza limitata sul totale regionale (rispettivamente 4,33% e 2,77%) ma che è andata via via crescendo dal 2005. In dieci anni gli arrivi sono più che raddoppiati (127,6%), in buona parte per l’"effetto Malpensa". Il turismo registrato dai dati è a netta maggioranza di tipo "business" e di breve permanenza. Sempre nel decennio 1998-2008 notebole è stato l’aumento delle presenze di stranieri (+256,12%): fra questi restano nettamente primi gli statunitensi, quasi sempre in chiave business, ma stanno crescendo moltissimo gli arrivi dall’Estremo Oriente. Le permanenze più lunghe, sui tre giorni e mezzo, si hanno nei Comuni della parte milanese del Parco.
A spingere verso l’alto le statistiche degli arrivi è il Varesotto, proprio a causa di Malpensa e della ricca disponibilità di posti letto (circa 3100, cui altri 1100 si aggiungeranno entro l’anno, rileva Bertani): le presenze nei comuni varesini del Parco sono passate da 186.052 del 2001 a 551.705 del 2008; nello stesso anno gli arrivi si concentravano per l’84% nel Varesotto, sempre a Malpensa.

Strumenti chiave per gestire il turismo propriamente detto ("leisure") sono il bed & breakfast e gli agriturismi. Il numero di stranieri accolti nei B&B lombardi nei 900 kmq del Parco è almeno raddoppiato fra 2006 e 2008. Per Expo 2015 sono attesi 29 milioni di visitatori, ma avverte Bertani, «non serve costruire grandi catene alberghiere. Servono le strutture minori, bed&breakfast, agriturismi, risistemazione di vecchi alberghi a poche stelle». Per il turista «abbiamo pensato ad un Grand Tour in chiave moderna». In un mondo fast food, un viaggio "slow" che garantisca qualità. Con qualche "esca" per il pubblico straniero, molto sensibile al richiamo del Rinascimento: sarà Leonardo da Vinci uno dei biglietti da visita, e con le università già si sta avviando un progetto per ripercorrere le tracce del genio lungo le vie d’acqua del Parco Ticino.

Fra gli strumenti a supporto delle iniziative di accoglienza vi è poi, aggiungeva Bertani, la Carta delle Imprese per il turismo sostenibile nel parco Ticino, promossa con il coinvolgimento del Sistema camerale lombardo. Essa si basa su ecosostenibilità, tipicità e qualità, trasparenza e tracciabilità, partenariato e rete: a questi principi le aziende aderenti devono attenersi. La finalità della Carta è quella di creare un circolo virtuoso fra qualità dell’accoglienza e produzioni locali, creando un vero circuito turistico integrato.

Infine, qualche nota sul territorio – finchè c’è. Malpensa e terza pista? A Lonate Pozzolo c’è preoccupazione. «È da quando sono entrata in carica che ne sento parlare» fa Bertani. «Purtroppo di fronte ad un interesse nazionale diventa difficile resistere. Negli anni Novanta il Parco ha cercato di resistere chiamandosi fuori, poi è successo di tutto e di più senza che potesse a quel punto reagire. Io ero assessore in regione quando nel 1999 il Pirellone varò il Piano d’Area Malpensa, il Parco si limitò alla protesta. Ora vogliamo conoscere nei dettagli gli sviluppi previsti, valuteremo se siano coerenti con i nostri programmi».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Aprile 2010
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