“Il fantino sequestrato e la croce rubata”. 65 anni di retroscena con il Palio
A pochi giorni dall'evento Giorgio D'Ilario, direttore del mensile La Martinella, ripercorre la storia del Palio di Legnano fatta di tanta competizione tra le 8 contrade ma anche di scherzi goliardici
La città di Legnano si prepara all’appuntamento più importante dell’anno che vede la partecipazione di migliaia di legnanesi: il Palio di Legnano che quest’anno giunge alla sua sessantacinquesima edizione. Memoria storica dell’evento è senza dubbio Giorgio D’Ilario, direttore del mensile della Famiglia Legnanese "La Martinella", e grande fautore della manifestazione che oggi si può dire seconda solo al Palio di Siena: «Ultimamente non mi occupo più molto del Palio ma ce ne sono di cose da raccontare – dice D’Ilario – la città vive per questo evento tutto l’anno e la gara è solo la punta dell’iceberg. Dietro c’è un’intera citta con le sue contrade, le sue rivalità, la goliardia, la gioia e l’attaccamento alla propria bandiera». Tutto questo e anche altro è il Palio, nato come rievocazione storica della battaglia di Legnano che si è svolta in queste zone nel 1176 contro il Barbarossa.
Ma sono soprattutto gli scherzi goliardici quelli che restano nella memoria dei contradaioli, imprese fatte di notte dopo una serata nel proprio maniero a studiare il piano e farla pagare alla contrada vincitrice. Così D’Ilario ricorda, ma senza fare nomi di contrade, quando negli anni ’70 la croce di Ariberto (foto in alto) sparì per un anno intero, rubata da ignoti e portata in un convento di suore di clausura dove fu accolto tra gli onori: «Viene consegnata dal capitano alla contrada vincitrice del palio ed è quella che stava sul carroccio di Alberto da Giussano – racconta – la contrada vincitrice la deve custodire per tutto l’anno. Ma qualcuno riuscì a trafugarla e a farla nascondere dalle suore che, inconsapevolmente, si prestarono allo scherzo. Loro non leggevano i giornali e non sapevano di quello che si diceva in città, lo avevano ritenuto un onore». La contrada che aveva in custodia il prezioso oggetto non rivide mai la croce durante quell’anno e solo nel giorno della gara le suore, insospettite dal fatto che nessuno la chiedeva indietro, l’hanno fatta riconsegnare.
Ma nel tempo ne sono accaduti molti altri di episodi e una volta toccò ad un fantino di essere "rapito" e abbandonato in un autogrill. Per quest’anno non si prevedono sparizioni di croci o di fantini ma lo spettacolo sarà assicurato comunque. A partire da domani la città entrerà in fibrillazione. Ci sarà la scelta dei cavalli, la provaccia di venerdì sera (una gara preliminare con altri fantini), la cena nei manieri delle 8 contrade al sabato sera (propiziatoria alla vittoria), la sfilata di domenica mattina e la gara del pomeriggio che si concluderà con la grande festa della contrada vincitrice. Da due anni il successo è della Flora, la contrada del quartiere Mazzafame. Se vincerà ancora potrà suscitare l’invidia delle altre contrade e allora ci si potrebbe ritrovare qualche scherzetto pronto a rovinare la festa.
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