Rosati, messaggio di Natale: “La vittoria più bella è il gruppo che si è formato”

Due Natali fa stava ancora «prendendo le misure al mondo del calcio». Ora, con il Varese quarto in Serie B, il presidente biancorosso avverte: «I riflettori non ci devono abbagliare»

Il Natale è alle porte per tutti, anche per la grande famiglia del Varese 1910 che si appresta a una festa speciale, visti gli incredibili risultati raggiunti sul campo dalla squadra di mister Sannino. Ultimi impegni anche per il presidente Antonio Rosati (nella foto con Galliani, alle loro spalle Montemurro) che sta facendo la spola tra le varie attività del suo gruppo, macinando terreno in autostrada così come i suoi ragazzi stanno facendo in campionato.

Presidente Rosati, se lo ricorda il Natale di due anni fa?
«Sì, era un momento migliore per il lavoro, perché non tirava la stessa aria di crisi. Ma dal punto di vista calcistico vale il contrario: io e i miei collaboratori eravamo appena partiti per quest’avventura con il Varese e stavamo ancora prendendo le misure al mondo del calcio. Oddio, le novità ci sono state anche nel 2009 e tornano quest’anno, visto che siamo in una categoria sempre più alta, ma insomma allora non potevamo certo prevedere di ritrovarci dove siamo oggi».

Dica la verità: allora chiese a Babbo Natale di regalarle la Serie B?
«Ma no: ho smesso da anni di credere a certi doni. Preferisco fare leva sul lavoro, è quello che ci ha premiato passo dopo passo».

Intanto però in città il clima intorno al Varese è cambiato sul serio: si parla di calcio, si vive lo stadio, si trepida per le partite. L’effetto Serie B si sente davvero.
«Non vivendo quotidianamente in città, purtroppo, non ho il polso della situazione al 100%, però i miei collaboratori e gli amici varesini continuano a parlarmi di questo fermento. Qualcuno dei più "stagionati" arriva addirittura a fare paragoni con gli anni lontani della Serie A e la cosa non può che farmi piacere: l’entusiasmo della gente è uno dei principali "motori" quando si tratta di portare avanti una società».

Anche molti media nazionali si sono innamorati della sua squadra: la "Gazzetta" continua a proporre articoli (l’ultimo è di oggi ndr), SportItalia ha appena ospitato Neto e così via. Un altro segnale di grande attenzione verso il Varese e la città.
«Fa sicuramente molto piacere ricevere queste attenzioni, anche se io per carattere resto un po’ schivo. Ecco, mi auguro che questi riflettori sempre accesi non ci accechino: ricordiamoci che la forza del Varese è quella di aver lavorato come degli umili gregari.

Gennaio porterà con sé il calciomercato. Che indicazioni ha dato a Sogliano e agli altri collaboratori?
«Come sempre, le compravendite saranno tutte in mano a chi è deputato, e cioé Sean: lui e il resto dello staff sanno perfettamente cosa fare e come agire, se servirà, sia in entrata sia in uscita. In questo momento non abbiamo comunque in programma grossi stravolgimenti, o almeno non ci sono avvisaglie in questo senso. Non abbiamo ancora fatto il summit di inizio mercato e da parte mia mi sono limitato a un breve incontro con Montemurro: staremo senz’altro in campana e come detto ci affideremo a chi finora ha fatto molto bene».

montemurro rosatiQual è per lei la cosa più bella di questa prima metà del campionato di Serie B?
«Partirei da prima, ovvero dalla promozione arrivata come noto nell’anno del centenario: un evento perfetto, impossibile da preventivare, unico. Poi chiaramente è stato bello centrare le vittorie successive così come i primati che abbiamo raggiunto, come quello delle 45 partite interne senza sconfitte di cui si parla in questi giorni, anche se ciò non deve farci distrarre dal primo obiettivo stagionale che è la salvezza matematica. Però, se posso, credo che la vittoria più bella è il gruppo che si è creato in seno a società e squadra: i nostri successi nascono da lì».

Però, ce lo confessi: c’è qualche giocatore che le piace più di altri?
«No, sono tutti bravi ragazzi, che di volta in volta cerco di conoscere meglio pur entrando in punta dei piedi in spogliatoi. Sicuramente, quando si sta in tribuna, balzano di più all’occhio i giocatori che fanno gol o quelli che li evitano, quindi attaccanti e portieri. Ma so benissimo che il lavoro svolto negli altri ruoli è fondamentale. E poi, l’ho detto: si comportano tutti bene, ben diretti da Sogliano e Sannino che dedicano loro una grande attenzione. Anche per questo è il gruppo che vince».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Dicembre 2010
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