“La maggioranza ha soppresso il mensile comunale”
Molte le domande poste da Unione Italiana e Popolo delle libertà dopo la presentazione del nuovo Saronno Sette: “Erano 17mila copie, diventano 5mila, senza alcun comitato di redazione, perché?”
«Avremo un periodico in meno, perché abolito (“Citta di Saronno”); sarà implementato “Saronno Sette” da 4 a 8 pagine; la pubblicità sarà gestita dall’appaltatrice a cui andranno, se bene si è inteso, i ricavi; il Comune di Saronno non riceverà più nulla dalla pubblicità, né potrà controllarla; sarà disponibile solo un minisettimanale di “annunci” in 5mila copie, da ritirare personalmente in Comune o nelle edicole e non ci sarà più un periodico che veniva consegnato a tutti i Saronnesi a casa in circa 17mila copie». Un duro attacco all’amministrazione comunale arriva da una dichiarazione congiunta dal coordinatore di Unione Italiana, Fabio Paticella, e dal coordinatore del Popolo delle libertà, Fabio Mitrano. Entrambi giudicano negativamente l’operato dell’amministrazione sulla gestione del nuovo Saronno Sette: «È davvero incredibile leggere le trionfanti dichiarazioni di questa Amministrazione, che spaccia per successi una vera e propria débâcle: cantando vittoria per la ristrutturazione del settimanale “Saronno Sette”, ci si vanta di risparmi di decine di migliaia di euro e ci si dà la medaglia (il premio Pulitzer in questo caso) come bravissimi amministratori, al contrario di quelli precedenti, che hanno snaturato e fatto sparire il mensile “Città di Saronno”».
I due coordinatori dei partiti di minoranza affrontano la questione del mensile comunale: « “Città di Saronno” è abolito dalla Giunta; la precedente Amministrazione, a causa di costi crescenti, aveva dovuto ridurre il numero di questo periodico, ma, sebbene con fatica, ha continuato a pubblicarlo (ed allora s’erano levate alte grida dagli odierni maggioritari per questa riduzione): l’ultimo numero è del maggio 2009, preceduto da altro numero del febbraio 2009; nel contempo, Saronno Sette non è mai stato interrotto ed ha anche avuto qualche numero in più di 6 o di 8 pagine, in particolari occasioni. Oggi, dunque, la stampa comunale è ridotta al solo “Saronno Sette”: anche se implementato di 4 pagine a colori (quale suprema conquista!), rimane un foglio meramente informativo e non anche di approfondimento com’era “Città di Saronno”, gradito ai cittadini da oltre 30 anni; era una sorta di istituzione che adesso è stata fatta sparire per avere un “ibrido” che non si sa come verrà gestito (esisteva infatti un Comitato di Redazione che prendeva decisioni sulla linea editoriale da seguire: oggi la democratica Giunta Porro nemmeno si è posta il problema di costituire un tale comitato di controllo!)».
«Quanto ai costi, ci si compiace dell’esito così brillante della gara d’appalto: merito del vincitore della gara, non certo dell’Amministrazione appaltante, “che non voleva crederci”, la quale ci fa intendere di risparmiare un sacco di quattrini, ma non dice che nei 35.000 € a bilancio precedentemente stanziati erano ricompresi sia “Saronno Sette”, sia “Città di Saronno” (che oggi scompare!) – proseguono i due coordinatori -. Oggi l’appaltatore stamperà gratis (???!!!) solo “Saronno Sette” e gestirà la pubblicità (che prima era gestita dagli Uffici Comunali): sarebbe bene precisare chi incasserà gli introiti pubblicitari; chi? Il Comune o l’appaltatore? Se, come sembrerebbe, i proventi della pubblicità resteranno all’appaltatore (che altrimenti farebbe un incredibile regalo al Comune, senza corrispettivo, e la gara d’appalto sarebbe nulla), il Comune avrà una minore entrata di diverse migliaia di euro, quelle che, ai tempi della precedente Amministrazione, servivano per coprire pressoché integralmente i costi di “Saronno Sette”».
«Sarebbe ancora interessante sapere quanto spazio su “Saronno Sette” sarà lasciato alla pubblicità – concludono -; con una gestione imprenditoriale da parte dell’appaltatore, v’è da supporre che sarà notevole, incrementato e che i prezzi per far pubblicità aumenteranno!! (altrimenti come potrebbe ripagarsi dei costi di stampa l’appaltatrice, che sicuramente non è votata al fallimento?). Certamente le tariffe pubblicitarie non saranno più “popolari” come quando la pubblicità era gestita dal Comune!! E chi controllerà il contenuto delle inserzioni pubblicitarie?»
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