Sannino: “Non voglio buonismo ma rabbia”
Il mister biancorosso parla di salvezza dei singoli e ammonisce: «Il treno passa una volta sola e noi dobbiamo salirci sopra»
«Salami, salami». La partita tra Sassuolo e Varese finisce con un pareggio (1-1) e un coro di insaccati che parte dalla tribuna. Non si capisce, però, se all’indirizzo della squadra di casa o degli ospiti che di fatto hanno regalato un punto agli emiliani. Beppe Sannino, allenatore del Varese, entra in sala stampa e prova il microfono: «Ma vaffanculo». Poi continua con la sua filosofia di vita e di gioco. «Il calcio è questo, signori. Va bene così perché è tutto scritto, nel bene e nel male. Per me era importante muovere la classifica, anche se ci sarebbe da arrabbiarsi. Io, però, non voglio arrabbiarmi».
Adesso arrivano le feste pasquali e il mister biancorosso teme cali di tensione. «L’errore che possiamo fare – continua Sannino – è pensare che giocare a Masnago ci renda le cose semplici. Sotto le feste c’è il buonismo, ma i miei giocatori dovranno essere incazzati».
Sulla partita con il Sassuolo il mister del Varese non cerca alibi: «Siamo ancora acerbi in alcune situazioni, perché portare a casa tre punti oggi avrebbe voluto dire qualcosa in più. I ragazzi hanno corso tanto, hanno sofferto, hanno lasciato pochissimo agli avversari ma devono imparare a soffrire fino all’ultimo secondo. Ah, auguro a Gregucci di salvarsi il più in fretta possibile, se lo merita. Mentre il nostro campionato mi auguro che finisca nel migliore dei modi, soprattutto per i miei ragazzi che fino a ieri erano degli sconosciuti. La nostra sarà una salvezza dei singoli, perché se il campionato finisce come noi auspichiamo puo’ cambiare la vita a tanti giocatori del Varese. Il treno passa una volta sola e noi dobbiamo salirci sopra».
Clayton Dos Santos è stato il protagonista nel bene nel male della partita. Suo il gol e suo l’autogol grazie al quale il Sassuolo ha pareggiato. «Sul gol, Pesoli ha fatto un buon movimento e io ho potuto colpire, anticipando il marcatore. Sull’autogol ero messo male con il corpo, potevo lasciarla passare, Zappino non me l’ha chiamata e non ho visto dove era la porta. Ci ho messo la testa ma a quel punto era tardi per correggere la traiettoria. Siamo stati ingenui».
Angelo Gregucci, allenatore del Sassuolo, riconosce il debito con la fortuna. «Un punto acciuffato per i capelli con un pizzico di buona sorte. Faccio i complimenti ai miei perché avevano davanti una vera squadra che fa tre cose in modo perfetto con un credo, una ferocia, un furore agonistico disumano e una logica che non si puo’ far altro che fargli i complimenti. I nostri avanti, soprattutto Martinetti che da tempo non gioca una partita intera, hanno fatto una buona gara. Abbiamo preso gol di nuovo su calcio piazzato, come nel derby, ma sapevamo che il Varese con i suoi difensori fa gol e noi non avevamo 5 oppositori».
Sul futuro della squadra il mister del Sassuolo ha fiducia soprattutto per la capacità di reazione del gruppo: «Stiamo recuperando, ma serve tempo quando tempo non c e n’è più perché su tutti i campi, da qui alla fine, ci sarà da combattere. Confido però in una cosa: la nostra è una squadra che supera le difficoltà perché ha un grandissimo senso di appartenenza alla maglia».
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