Un americano… a Varese: “La vostra sanità è spettacolare”

Un cittadino statunitense, dipendente di una multinazionale, è dovuto ricorrere alle cure del PS. Ha contattato il giornale per ringraziare i medici e tutto il sistema sanitario italiano

Il pronto soccorso di VareseMussio Mussi ama definirsi cittadino del mondo. Brasiliano di nascita, è oggi americano per residenza ma è spesso in giro per il mondo. Capita anche molto a Varese perchè lavora per una grossa multinazionale con sede in provincia. Ha voluto contattare la nostra redazione per far sapere ai varesini e agli italiani in generale quanto siano fortunati.

«Lo scorso mese di ottobre – racconta Mussio – sono stato operato negli Stati Uniti. Ho fatto un intervento di angioplastica. Il dottore mi ha detto che l’operazione era andata  benissimo e che potevo tornare alla mia vita normale…. Ma io di normale non ho più ritrovato nulla».

All’inzio di dicembre, mentre si trovata in Svezia, quello strano malessere si è accentuato e qualche dolore di troppo ha fatto scattare l’allarme: « Mi trovavo a Varese e ho deciso di andare al pronto soccorso. Sono rimasto letteralmente sorpreso: personale competente e molto disponibile mi ha preso in cura. Erano le due di notte e un cardiologo ha iniziato a visitarmi. Tre ore di esami e controlli con cui mi ha aiutato a capire le origini del mio disturbo. Non ci potevo credere: un cardiologo di notte, tutto per me! In America, questi sono professionisti che di notte non puoi disturbare, ti concedono una decina di minuti quando ti va bene e poi ti affidano a macchine. Per non parlare dei costi: quando entri in un ospedale statunitense devi mostrare subito la carta di credito. A Varese non mi hanno chiesto nulla, forse pagherà l’azienda… mah».

Mussio Mussi non ha risolto il suo dolorino ma oggi ne conosce la natura e vive più contento. È tornato negli Stati Uniti con un rimpianto: « Potessi scegliere, farei di tutto per avere la vostra assistenza. Voglio ringraziare il dottor Fabrizio Caravati che per mi ha assistito e con molta competenza mi ha spiegato il mio disturbo. Negli Stati Uniti questi medici sono merce rara!!!»

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Dicembre 2011
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