Bach, Haendel e Scarlatti nel nome di Lidia Cremona
La musicista varesina si esibirà al conservatorio lariano con un programma curioso non tanto per i brani in scaletta quanto per il coinvolgimento, in una sola volta, di tre grandi compositori nati tutti nel 1865
Una varesina per il Conservatorio di Como – Lidia Cremona si esibisce al clavicembalo sabato 25, alle 17.30, nell’Auditorium dell’ateneo a ingresso gratuito – con un programma curioso non tanto per i brani in scaletta quanto per il coinvolgimento, in una sola volta, di Johann Sebastian Bach, Georg Friedrich Haendel e Domenico Scarlatti. Titolo, “A.D. 1685”: data galeotta che vede la nascita dei tre. Bach ad Eisenach, Haendel nella città di Halle e Scarlatti a Napoli. Ma i tre, si conobbero? Scarlatti fece molto di più al momento dell’incontro con Haendel: una sfida al cembalo al palazzo del Cardinale Ottoboni di Roma. Il napoletano vinse, ma il sassone lo sbaragliò all’organo. In comune con Bach, Haendel ebbe la sfortuna di capitare sotto le mani dell’oculista John Taylor, colui che causò la cecità a Johann Sebastian. E anche di voler partecipare al concorso per il posto di organista alla Marienkirche occupata da Buxtehude.
La clausola posta dal musicista, purtroppo, fece scappare sia Haendel che Bach: sposare la figlia dell’anziano Maestro richiedeva coraggio. Troppo anche per chi quel posto lo sognava da tempo. Ciò che accomuna i tre, invece, è la ricerca nello stile applicata alla musica strumentale. Tra Italia e Germania si giocò, quindi, una partita alla pari tra Suite e Sonate per clavicembalo. Lidia Cremona si lascia affascinare dal barocco e dai suoi protagonisti. Docente al Conservatorio di Como, perfezionata all’Accademia Chigiana di Siena (con Campanella, Gilbert, Rousset), al Conservatorio Superiore di Musica di Ginevra (Rogg e Radulescu) e alla Universitaet fuer Musik und darstellende Kunst di Vienna, nel 2008 ha vinto il premio “Radicati – Riccardi” per l’esecuzione di musica al femminile. Valente conoscitrice della tastiera, dunque, e proprio per questo decisa a fare del concerto di sabato una piccola esposizione di lavori deliziosi e ben conosciuti dal pubblico: Haendel con la Suite VII in sol minore, Scarlatti con le sonate K 208 (la maggiore), K 214 (in re maggiore) e K 27 (in si minore) e Bach con il Concerto Italiano BWV 971, il Capriccio sopra la lontananza del fratello dilettissimo BWV 992 e la Fantasia Cromatica e Fuga BWV 903. Una raccolta di grande bellezza che, però, porterà inevitabilmente Lidia a misurarsi con i fantasmi di alcuni grandi interpreti del passato: da Glenn Gould a Vladimir Horowitz.
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