Il Padova aspetta il Varese nella tana dell’Euganeo

Una corazzata che sta facendo più fatica del previsto, non solo per colpa sua. È questo il Padova di Alessandro Dal Canto, quinto in classifica, un solo punto davanti al Varese di mister Maran. Un solo punto, non abbiamo sbagliato: il giudice sportivo ha infatti deciso da poco che la società Padova è responsabile del blackout che ha portato alla sospensione della partita casalinga dei patavini col Torino, dando la vittoria ai granata (ora primi a quota 62) e togliendo così 3 punti guadagnati sul campo ai biancoscudati, che scendono a 49 punti, frutto di 14 vittorie, 7 pareggi e 9 sconfitte. Tra le mura dell’Euganeo i veneti hanno ottenuto 28 punti, perdendo solo 3 match. La gioia per l’ultima bella vittoria contro il Brescia è stata dunque stemperata dalla decisione del giudice sportivo: a Padova avranno tutto l’interesse e la voglia di far bene contro il Varese per riprendersi i punti persi. All’andata finì con un netto 3-0 per i biancorossi lombardi.

A disposizione di Dal Canto, promosso in panchina dopo la folgorante fine dello scorso campionato culminata con la finale playoff raggiunta dopo aver battuto proprio il Varese, non ci saranno Milanetto, Pelizzoli e l’ex di turno Osuji, mentre rientra Renzetti. In porta giocherà il giovane Perin, uno dei ventenni più interessanti del panorama italiano. In difesa Legati e lo stesso Renzetti sono i titolari sulle fasce, con Schiavi e Trevisan, difensore goleador, al centro. In panchina ci sono uomini di assoluto valore come l’ex Como Franco, Portin e il giovane Donati. A centrocampo c’è qualità (tanta) e abbondanza, nonostante le assenze: Bentivoglio è uomo da serie A, così come l’anziano Marcolini, dinamico e dal tiro potente e imprevedibile. Con loro al vertice di un rombo e ai lati Cuffa e Bovo, gente d’esperienza, Dal Canto può contare su un pacchetto di sicuro affidamento, con alternative validissime come Italiano e Lazarevic. In avanti Cacia è la stella affermata e Hallenius il giovane in rampa di lancio, con gente come Cutolo, il rientrante Succi, Rupolo e Drame in panchina o in tribuna. Insomma, patron Cestaro ha costruito la squadra per vincere, mettendo sul piatto tanti soldi e tanti nomi.

Il modulo del giovane mister biancoscudato è un 4-4-2 mobile, con le fasce coperte dai terzini che corrono su e giù per tutta la corsia e i centrocampisti che a turno si inseriscono, sfruttando le sponde di Cacia e Hallenius, entrambi bravi sia nel gioco aereo che con la palla a terra. Le conclusioni da fuori di Marcolini, Bentivoglio e Italiano possono mettere in difficoltà qualsiasi difesa, così come gli spunti di Lazarevic e Cutolo, mentre Bovo e Cuffa fanno da scudieri ad un gruppo di piedi buonissimi. In difesa c’è esperienza e forza fisica, con Schiavi che è il vero leader del reparto arretrato e Trevisan che ha libertà di spingersi avanti per sfruttare la sua abilità negli inserimenti, fondamentale di cui è padrone anche Legati. Punti deboli ce ne sono pochi, forse manca un po’ di velocità nello svolgersi dell’azione, soprattutto se si pensa alla scorsa stagione, quando in campo a dettare i tempi e a metterci il pepe c’era un certo El Shaarawy. Certo, con Succi che sta recuperando e la lunga serie di campioni a disposizione, c’è poco da stare tranquilli per Maran e i suoi ragazzi.