Il centrosinistra sbanca con Lucini, il ballottaggio è con il Pdl
Il candidato dell'ampia coalizione di centro sinistra comasca ha preso oltre il 35% dei voti. Ballottaggio con Laura Bordoli, candidata Pdl, ferma al 15%. Molti voti a sinistra e a destra però sono ancora "sul mercato"
Mario Lucini, candidato sindaco della coalizione di centro sinistra di Como, ha
preso più voti di tutti i 16 candidati del capoluogo lariano. Sono oltre 14mila (pari al 35.54%) quelli che gli sono stati attribuiti. ne ha presi anche di più della somma delle liste che lo sostenevano, che si è fermata al 30% circa e comunque molti di più della seconda più votata, Laura Bordoli del Pdl, che ne ha ricevuti 5286, pari al 13,17%.
Un risultato notevole, in una situazione così frammentata come quella comasca che vedeva in lizza appunto ben 16 candidati sindaco – un vero record – sostenuti da 22 liste. Una situazione limite che è sicuramente stata parte in causa nei ritardi nel dare i risultati, arrivati ufficialmente solo all’alba.
Lucini ha saputo tenere insieme una coalizione ampia, che comprende partiti nazionali come il Pd, Sel e Italia dei Valori e liste civiche altrettanto consolidate come Paco oltre alle due civiche “Amo la mia città” e “Como Civica” e ha avuto decisamente la meglio su tutto il resto del panorama, che vedeva grande concorrenza non solo a destra ma anche nel centrosinistra. Un centrosinistra che è stato preferito, in generale, dagli elettori comaschi, che evidentemente hanno voluto punire la gestione Bruni: da segnalare, in particolare, lo straordinario risultato di Alessandro Rapinese, giovane candidato sindaco arrivato al terzo posto subito dopo i due principali contendenti con quasi il 10 per cento dei voti ottenuti con il sostegno di due liste civiche, "Adesso Como" e "No Logo". Ma al di là del terzo posto di Rapinese, la tendenza sembra piuttosto diffusa: le liste riconoscibili in quell’area a Como sono arrivate da sole infatti al 50%, e senza contare quelle appartenenti più strettamente al centro.
La Lega, che correva da sola, non supera il 7% con il suo candidato Alberto Mascetti. Ma è stata la destra a Como a perdere più terreno. E non si tratta solo del Pdl, che si trovava diviso in due tra la Bordoli e Sergio Gaddi, ma anche e soprattutto nelle espressioni non pidielline: il candidato sostenuto da Futuro e Libertà e dal Polo di Centro, Mario Pastore che aveva dalla sua ben quattro liste, non è andato oltre il 2,66% e nessuna di esse è arrivata all’1 per cento di consensi.
I ben due candidati dell’estrema destra, Roberto Colussi per “La Destra” e Salvatore Ferrara per “Forza Nuova” si sono rivelati i due fanalini di coda assoluti, il primo con 0,53% e il secondo con il 0,52%, battuti anche dal rappresentante solitario della sinistra più radicale, Donato Supino di Sinistra per Como, che portava nel simbolo ancora la Falce e Martello e ha conquistato un più onorevole 1,85%.
Con un tale numero di liste, la frammentazione è stata comunque notevole. Il Movimento 5 stelle di Grillo si attesta sul 5% circa, i Verdi sono al 2,30%, persino Pietro Vierchowood guadagna il 2,53%. In un simile scenario, la domanda per il ballottaggio è: come si ridistribuiranno i voti. Anche se Lucini parte decisamente avvantaggiato.
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