A sud delle Alpi fa sempre più caldo

Meteosvizzera, il servizio metereologico ufficiale della Confederazione, presenta il suo rapporto sul clima: le temperature sono aumentate il doppio rispetto alla media globale

Il clima sta cambiando, ma questo, purtroppo non è una novità. Meno assodato è invece quanto e dove sono concentrati i cambiamenti più intensi. In Canton Ticino «negli ultimi 150 anni la temperatura è aumentata di circa 1.5 °C e soprattutto la tendenza al riscaldamento ha subito una netta accelerazione negli ultimi 50 anni, in particolare in primavera e in estate. Un aumento, da sottolineare, che è quasi il doppio di quello registrato mediamente a livello mondiale». A segnalarlo è Meteosvizzera, il servizio metereologico ufficiale della Confederazione. La situazione fotografata dall’istituto ci riguarda da vicino perché ad aumentare, il doppio rispetto alle medie mondiali, sono infatti le temperature della fascia a sud Delle Alpi.
Secondo le rilevazioni delle stazioni installate in Ticino e in Mesolcina «in circa 150 anni la temperatura è aumentata da 0.09 a 0.11 °C per decennio (1.3-1.6 °C in totale), con un aumento sensibile del tasso di riscaldamento negli ultimi 3 decenni (tra 0.3 e 0.5 °C per decennio). Quest’aumento di temperatura si inserisce in modo coerente con il riscaldamento a basse quote registrato anche nelle altre regioni della Svizzera ed è statisticamente molto significativo. L’aumento complessivo della temperatura sul versante sudalpino è quasi il doppio dell’aumento medio della temperatura globale terreste messo in evidenza dall’ultimo rapporto IPCC (IPCC, 2007), a testimonianza di quanto il versante sudalpino possa essere maggiormente toccato dai cambiamenti in atto per quel che riguarda gli aspetti termici. Il rialzo di temperatura è stato particolarmente evidente in estate e in primavera».

L’aumento delle temperature ha degli effetti evidenti: dal 1961 ad oggi, quelli più imporanti registrati in Canton Ticino sono stati «una chiara diminuzione del numero di giorni di gelo; un netto aumento del numero di giorni estivi e tropicali a bassa e media quota; il rialzo della quota dell’isoterma di zero gradi in tutte le stagioni, più pronunciato in estate; una netta diminuzione delle nevicate e della lunghezza del periodo con neve al suolo, particolarmente significativa a media quota». E mentre la variazione delle temperature mostra degli andamenti chiari, meno definiti sono i cambiamenti che riguardano le precipitazioni: «in generale negli ultimi 50 anni i quantitativi hanno subito una variazione inferiore al 5% per decennio. Tendenzialmente le precipitazioni sono leggermente diminuite in primavera (circa −1.5% per decennio), mentre si è avuto un leggero aumento in estate (attorno al 4% per decennio) e in inverno (attorno al 3% per decennio). Nessuno dei cambiamenti nelle precipitazioni stagionali è però significativo».

Il rapporto di Meteosvizzera è molto dettagliato ed è consultabile integralmente sul sito del Cantone. Oltre a fornire un’analisi storica importante il documento cerca anche di tracciare dei possibili scenari futuri che hanno come variabile principale l’inquinamento. Il clima del futuro sarà cioè determinato dalle maggiori o minori emissioni globali di gas ed effetto serra. «Si prevedono aumenti di almeno 1-2°C fino al 2080, le cui conseguenze sono attualmente difficili da valutare. In base ai modelli e alle proiezioni disponibili oggi, nel corso del XXI secolo il clima del Ticino si scosterà significativamente sia da quello odierno, sia da quello del passato. La temperatura media, verosimilmente, aumenterà di parecchi gradi in tutte le stagioni e per la fine del secolo le precipitazioni estive dovrebbero diminuire, contrariamente a quelle invernali che tenderanno ad aumentare. Ci si può attendere anche un cambiamento del carattere degli eventi estremi: sono previsti periodi caldi più intensi e prolungati come pure periodi canicolari più frequenti in estate, mentre i periodi freddi invernali dovrebbero diminuire. Nella seconda metà del XXI secolo il clima del Ticino sarà determinato in maniera sensibile dall’evoluzione che le emissioni globali di gas a effetto serra avranno nei prossimi decenni».

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Pubblicato il 12 Ottobre 2012
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