Truffavano su eBay, nella rete acquirenti di tutt’Italia

I carabinieri di Gallarate arrestano tre giovanissimi che avevano escogitato un sistema per finte vendite su siti specializzati. Dal Lago Maggiore si facevano mandare un acconto, ma poi sparivano nella rete

ebay carabinieri fotoUn telefono nuovo, un orologio di pregio, la videocamera da sempre sognata: tutte cose raggiungibili “risparmiando”, grazie a quell’annuncio su internet. Che faccio, lo compro? Ma si: tanto la persona che vende mi ha mandato la sua carta d’identità fotocopiata e ci ho perfino parlato….
Errore: perché era tutto falso. Era falso l’annuncio, su siti di vendite all’asta on line, come eBay, o di annunci, come “subito.it” (siti che nulla centrano con l’inchiesta ma che sono i “vettori” attraverso i quali si consumavano le truffe).
Era falsa la merce venduta. E, spesso, le identità dei venditori, che avevano messo in pedi una vera e propria associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Per questo i carabinieri di Gallarate, la notte scorsa sono andati a prenderli nelle rispettive abitazioni. Si tratta di una marocchino di 24 anni residente a Brebbia, e di altri due ragazzi italiani di 21 anni, anche in questo caso uno di Brebbia, l’altro di Ispra.
Il trucchetto funzionava così, secondo la ricostruzione realizzata dall’Arma, che ha oprato sotto la supervisione degli inquirenti, i pm Masini e Baraldo: la mente era il ventiquattrenne, che avrebbe escogitato la maxi truffa. Essa prevedeva l’iscrizione su più siti dove avvengono quotidianamente migliaia di scambi, vendite o aste tra utenti. E qui scattava il piano diabolico: venivano scaricate dai siti ufficiali delle case produttrici le foto dei prodotti da mettere in vendita e poi caricate in bella mostra nelle “vetrine virtuali”. Un altro dei tre ragazzi attivava utenze telefoniche mobili, e un altro ancora si occupava di realizzare documenti di identità fasulli. ebay carabinieri foto
All’atto dell’asta o della compravendita on line, al cliente interessato dai prezzi vantaggiosi dei prodotti veniva chiesto un acconto, o con bonifico su conto corrente, o tramite prodotti postali ricaricabili. A quel punto molti clienti pretendevano di parlare coi venditori, che prontamente rispondevano al telefono. Altri utenti, ancora, esigevano la fotocopia di carta d’indentità o di patente: presto fatto: questa veniva inviata via mail o via fax, ma si trattava di documenti fasulli. Una volta inviato via bonifico l’anticipo per l’acquisto, il danaro veniva ritirato e il conto corrente chiuso. Il profilo su internet spariva, così come le utenze telefoniche, che risultavano inesistenti. Una scia di truffe che ha colpito decine e decine di persone, ma verosimilmente sono molte di più quelle cadute nel tranello, e che non hanno ancora denunciato. In tutto sono 30 le querele presentate ai carabinieri, e arrivano da tutte le regioni d’Italia, anzi in un paio di casi nella rete dei truffatori sono finiti anche cittadini svizzeri; il giro d’affari è di oltre 50 mila euro. Una curiosità: a riprova di quanto il trio fosse esperto di questi sistemi, nel corso delle perquisizioni i carabinieri, nel giardino di una delle abitazioni controllate hanno trovato un pc portatile. Nella memoria del calcolatore erano presenti tracce delle iscrizioni ai siti, fotografie lavorate con sistemi di foto ritocco, e altro materiale che serviva per “cucinare” e servire la truffa ai danni di ignoti acquirenti.

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Pubblicato il 12 Gennaio 2013
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