“Senza l’industria non ci sarà crescita”

Il presidente degli industriali della provincia di Varese, Giovanni Brugnoli, analizza l'attuale situazione economica del territorio. "Occorre il coraggio delle scelte e ognuno deve fare la propria parte per ridare sviluppo e lavoro”

univa apertura 2013L’economia soffre e Varese non fa eccezione. Non basta una leggera crescita della produzione e un buon export a riportare ottimismo tra le imprese.

L’Unione degli industriali analizza con realismo i dati della congiuntura puntando tutto su alcuni aspetti determinati. “Il territorio deve tornare a credere nella propria industria”. Non è uno slogan, ma un elemento strategico, afferma il presidente Giovanni Brugnoli.
“Abbiamo bisogno che ognuno faccia la propria parte. Noi imprenditori ci crediamo e vogliamo uscire dalla crisi. Per noi la concertazione, l’attenzione al credito, ai servizi alle imprese sono impegni precisi, ma da soli non basta”. Univa lamenta una scarsa attenzione al mondo della produzione nel momento in cui occorre “il coraggio delle scelte”. Quelle fatte “prendendo atto della capacità delle imprese manifatturiere di creare occupazione”. Per questo “chiediamo apertura per quelle aziende che, nonostante la congiuntura, vogliono investire sulla loro presenza nel Varesotto”. Ai sindaci e agli amministratori “chiediamo decisioni prese nell’interesse generale anche a costo dell’impopolarità”. Perché “il consenso non si insegue là dove nasce un comitato di protesta contro un ampliamento industriale”, ma lo “si costruisce su un progetto coerente di Paese e territorio”. È questo il messaggio lanciato dal Presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, Giovanni Brugnoli, durante la tradizionale conferenza stampa di inizio anno.
Un incontro con i giornalisti partito dalla fotografia della congiuntura locale che, come sottolineato dalla rilevazione dell’Ufficio Studi dell’Unione Industriali e dallo stesso Presidente Brugnoli, evidenzia diversi punti deboli: un mercato interno ingessato; gap competitivi che le imprese subiscono su burocrazia, costi energetici, tassazione; un accesso al credito che rimane difficile e sempre più costoso; un mercato del lavoro in sofferenza con un aumento del tasso di disoccupazione.
“Siamo aggrappati – ha dichiarato Giovanni Brugnoli – alle previsioni del Centro Studi Confindustria che, a dispetto di altri istituti di ricerca economica, insiste nel ritenere che, dalla seconda metà dell’anno, dovrebbe verificarsi una certa ripresa”. In attesa, rimane il dato positivo dell’export varesino cresciuto anche nel terzo trimestre 2012: +5,7% rispetto allo stesso periodo del 2011. 
“Di fronte a questo scenario procederemo ancora più convinti sulla strada del nostro Progetto Internazionalizzazione”, ha annunciato Brugnoli. Obiettivo: portare le Pmi del territorio alla scoperta dei mercati esteri a più alto tasso di crescita. Dopo la prima missione in Brasile di ottobre 2012, ora è in programma la seconda tappa: quella in Cina che si terrà a fine aprile.
Altro fronte prioritario dell’impegno dell’Unione Industriali al fianco delle imprese rimane quello dell’accesso al credito. Le azioni in programma? “Siamo pronti a siglare di un primo accordo con un importante istituto del territorio, per  abbassare l’applicazione della Commissione Disponibilità Fondi. Insisteremo sullo strumento dei bond di distretto, che si è dimostrato in questi anni vincente con le iniziative di Banca Popolare di Bergamo e della BCC di Busto Garolfo e Buguggiate. Porteremo avanti l’accordo ‘Imprese X 100’ siglato con Intesa Sanpaolo che mette a disposizione delle imprese del territorio finanziamenti per 100 milioni di euro”.
Centrale sarà poi dare concretezza alle intese siglate alla fine del 2012 dall’Unione Industriali insieme a Cgil, Cisl e Uil, che dimostrano, secondo Brugnoli, “la capacità sul territorio di portare avanti relazioni industriali pragmatiche e costruttive”. Tra gli obiettivi di questa azione congiunta: “Concertare un’azione di orientamento degli operatori del territorio dediti all’incontro tra domanda e offerta di lavoro e alla formazione dei lavoratori e dei disoccupati da ricollocare”.
Ma il passaggio più forte il Presidente dell’Unione Industriali lo ha dedicato alla richiesta alle amministrazioni locali “di tornare a credere nella propria industria”: “Chiediamo di prendere decisioni per il territorio con una politica, certo aperta al dialogo con i comitati del no e all’ascolto delle loro ragioni, ma avendo la forza delle scelte nell’interesse generale”. Il riferimento è andato ad un clima che rischia di demonizzare le aziende manifatturiere. “Ogni iniziativa di ampliamento o insediamento industriale deve essere sostenibile e deve superare tutti i passaggi necessari all’approvazione del progetto. Ma non capiamo perché, in attesa del responso di questi passaggi formali, si crei quasi sempre un fronte anti-impresa per partito preso”. 
Il dito di Giovanni Brugnoli è stato puntato sui “comitati del no che trovano appoggi politici finalizzati a inseguire un consenso fine a se stesso, là dove si crea la protesta” e sugli “studi che diffondono notizie inutilmente allarmanti sulle conseguenze dannose per l’ambiente che l’industria porterebbe con sé. Indagini che spesso ignorano del tutto il progresso delle tecnologie e dei sistemi di sicurezza, e che portano qualcuno a teorizzare la necessità di delocalizzazione delle imprese anche quando le stesse siano state insediate prima dell’arrivo, al confine, di case di abitazione, di scuole, di ospedali, tutti costruiti non per caso, ma dietro precise concessioni urbanistiche”.
Di fronte a questi fenomeni, ha sottolineato il Presidente dell’Unione Industriali varesina, “travestirsi da campioni della sicurezza può essere un facile espediente per acquisire consenso. Ma il consenso non si insegue, lo si costruisce su un progetto coerente di Paese e territorio. Avendo il coraggio di pagare lo scotto dell’impopolarità, se necessario, per garantire l’interesse generale”. 
Da difendere anche attraverso i PGT: “Come può oggi un imprenditore investire in uno di quei 65 Comuni del Varesotto in cui non è stato ancora approvato il Piano di Governo del Territorio?”, si è chiesto Brugnoli. Non solo. Le scelte a favore delle imprese si fanno anche sul fronte delle tariffe: “Un argomento, questo, quanto mai attuale in un anno, il 2013, in cui la nuova Tares prenderà il posto della vecchie Tia e Tarsu. Un passaggio che speriamo sia gestito dalle amministrazioni cercando di impattare il meno possibile sulle imprese già oggi schiacciate, come le famiglie, da una pressione fiscale che ha ormai superato la soglia della sostenibilità”.
Da qui l’appello del Presidente degli industriali varesini “a tutti gli amministratori che nei prossimi mesi saranno chiamati a fare scelte sul e per il territorio”. Risuonato così: “Non vogliamo fare polemiche. Però diciamo: ricordatevi quei 33 milioni di ore di cassa integrazione autorizzate in provincia nel 2012. Ecco, anche gli atti amministrativi possono avere importanza nell’aiutarci a riportare i lavoratori dentro l’impresa, ad impedire che queste ore di cassa integrazione si trasformino in posti di lavoro persi”.
La convinzione è che “senza l’industria non è pensabile un ritorno alla crescita”.
Infine, il commento al Piano Nazionale del Trasporto Aereo presentato dal Ministro allo Sviluppo economico che ha posizionato Malpensa tra gli aeroporti di rilevanza strategica: “Dopo la predisposizione di questo documento atteso da 26 anni – ha dichiarato Brugnoli – ci aspettiamo che il prossimo Governo, qualunque esso sia, non pensi di disfare ciò che è stato fatto, e che le istituzioni pubbliche, in primis le Regioni, si adoperino per realizzare gli interventi necessari ad attuare il Piano, che altrimenti rischierebbe di rimanere sulla carta”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Febbraio 2013
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