Un presidente “grandi sogni”: Varesello, stadio e polisportiva
Conferenza stampa di presentazione per il neo patron del Varese, che svela progetti attuali e futuri del club biancorosso. «Mi piacerebbe un centro sportivo polifunzionale, che ospiti diverse realtà»
Il nuovo patron varesino spiega con una frase secca quale sarà il proprio impegno a favore dei colori biancorossi: «Non sono qui per fare il presidente uno, due o tre anni. Spero di riuscire a mettere in piedi un progetto che duri nel tempo e che porti risultati positivi, non solo in campo. Sono una persona creativa, di carattere e ho tante idee per la testa, ma prima dobbiamo inquadrare bene i conti e capire come possiamo muoverci, sperando sempre nell’aiuto di sponsor e aziende del territorio. La nostra provincia è ricca di aziende con grandi brand e solide attività commerciali; a loro voglio dire che il Varese è stato di grande aiuto per il mio marchio, "Oro in Euro" e che investire nella nostra squadra garantisce ritorni».
Che le idee non manchino si capisce chiaramente nell’ora di conferenza stampa in cui il presidente parla – come un fiume in piena – anche del rapporto con i tifosi e dello stadio “Franco Ossola”, al quale spera di regalare presto un’area bambini attiva durante le partite e un tetto per i settori che ne sono sprovvisti. Operazioni da pensare sul breve periodo mentre sul lungo termine Laurenza cala i cosiddetti “assi”: sinergia con altre società, Varesello e il nuovo stadio.
«Uno dei miei sogni – spiega il numero uno di via Manin – è quello di comporre, assieme alle altre realtà del nostro territorio, una polisportiva che possa avere maggiore forza d’azione e impatto anche quando si andrà a discutere con le istituzioni. In Provincia di Varese ci sono società eccellenti, sono in prima persona un consorziato di “Varese nel Cuore” nel basket e so cosa significa fare gruppo. Ho anche già intrapreso i primi contatti con alcuni club professionistici che per ora mi hanno dato appoggio, ma è un discorso che va studiato bene nel tempo. Personaggi come Enzo Barbaro della Yamamay sono un esempio da seguire e averli al proprio fianco non può che fare bene».

Se per questi due primi aspetti il patron biancorosso parla di medio termine, nel discorso stadio ammette di pensare a lunghissimo raggio di tempo: «Sappiamo tutti che il “Franco Ossola” non è all’avanguardia e credo che costruire uno stadio nuovo costi un terzo piuttosto che rifare quello già esistente. Ho avuto occasione di visionare in Slovenia lo stadio di Lubiana e mi piacerebbe prenderlo da esempio, con negozi, ristoranti bar e una struttura che non viva solo nell’ora e mezza della gara, ma che sia attiva anche in settimana».
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