C’è un’area grigia della criminalità organizzata che va colpita
Il nuovo questore di Varese, Francesco Messina, si è presentato alla stampa. Da 26 anni in polizia, in carriera ha ricoperto numerosi incarichi tra cui quello di capo della Squadra mobile di Milano e capo delle investigazioni giudiziarie della Dia
«Deve essere un karma, qui arriva tutta gente di Milano». La battuta del nuovo questore di Varese, Francesco Messina, è riferita ai suoi predecessori che nomina uno a uno, per nome. «Sono tutti questori che conosco e con cui sono cresciuto per strada». E da oggi ne condivide lo stesso destino all’ombra del Sacro Monte, dopo una strada lunga 26 anni e un curriculum corposo. Entrato in polizia nel 1987, Messina ha quasi sempre fatto l’investigatore e per questo si ritiene «un privilegiato». È stato per alcuni anni alla Squadra mobile di Milano con diversi incarichi, compreso quello di capo, dirigente della Squadra mobile di Brescia, nonché vicedirigente della Squadra mobile di Reggio Calabria, per sei anni capo del settore investigazioni giudiziarie della Dia (Direzione investigativa antimafia), vicecapo della Criminalpol Lombardia (fino a quando c’era), per tre anni componente del Sisde (servizio segreto rimasto in attività fino alla riforma del 2007) a Palermo e vicequestore vicario a Bergamo. «Sono felice di essere stato assegnato a questo incarico – ha detto durante l’incontro con i giornalisti – perché quella di Varese è una questura prestigiosa che negli anni passati ha raggiunto ottimi risultati».
Messina, che ha già preso contatti con il prefetto, sindaco e commissario della Provincia, è un sostenitore del concetto di «molteplicità della sicurezza». «Oltre all’attività di prevenzione e repressione dei reati comuni – ha spiegato il nuovo questore – c’è un concetto di sicurezza più ampio che ha a che fare con questioni prodromiche, come il disagio sociale e l’ambiente, situazioni che vanno monitorate non solo da parte della questura ma anche da altri attori sociali. Bisogna garantire un servizio che incida sull’idea della percezione della sicurezza da parte dei cittadini».
Dal punto di vista dell’ordine pubblico sportivo, Messina dice di «venire da una realtà piuttosto effervescente» (probabilmente il riferimento riguarda la tifoseria bergamasca), mentre per quanto riguarda la criminalità organizzata ricorda la maxi operazione Gemini a cui partecipò negli anni novanta e che colpì, con oltre cento arresti, i clan dei Rinzivillo ed Emanuello esponenti della mafia gelese che da sempre hanno il loro avamposto lombardo a Busto Arsizio. «Il metodo mafioso nel nord Italia è solo in parte ancora militare – conclude il questore di varese -. Oggi qui la criminalità organizzata si appoggia a soggetti non organici che operano in concorso esterno, questa è un’area grigia che puo’ essere colpita. Quindi è molto importante l’azione di monitoraggio, soprattutto in chiave Expo».
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