Lombardia fuori dalle Regioni top d’Europa. Maroni: “Colpa di Monti”
Lo rivela l'Indice 2013 della Commissione Ue. Per il presidente della Regione la responsabilità è "della politica basata soltanto sul rigore e sull'aumento della pressione fiscale del Governo Monti". Italia fuori dalle prime 100
L’Italia resta fuori dalla mappa delle Regioni più competitive d’Europa. Lo rivela l’Indice 2013 della Commissione Ue che segnala come la cosiddetta "blue banana", dorsale economica che collegava la grande Londra alla Lombardia (unica regione italiana a rientrarvi), via Benelux e Baviera, "abbia cambiato forma". Rispetto alla prima edizione, del 2010, l’Indice di competitività regionale mostra una morfologia più policentrica con regioni forti soprattutto laddove si trovano le capitali o aree metropolitane. E se a capitanare la classifica sono Utrecht (Olanda), seguita da “greater” London (GB); Berkshire-Buckinghamshire-Oxfordshire (GB) e Stoccolma (Svezia), la Lombardia non compare nella lista delle prime 100, scivolando al posto numero 128. Le regioni del meridione d’Italia occupano tutte le ultime posizioni della classifica. La Sicilia è al 235esimo posto su 262, la Calabria al 233esimo subito dietro alla Puglia e poco distante dalla Basilicata (227).
«Nell’Indice stilato dalla Commissione Ue sulla competitività delle Regioni europee la Lombardia, prima regione italiana, è scivolata dalla posizione numero 100 del 2010 alla 128 del 2012: un passo indietro, frutto soprattutto della politica dissennata messa in atto nell’ultimo anno dal Governo dei tecnici di Mario Monti, attraverso una linea basata soltanto sul rigore e sull’aumento della pressione fiscale, che ha penalizzato il Nord e, in particolare, la Lombardia e il suo sistema produttivo». Lo afferma il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni, commentando la classifica delle regioni europee più competitive redatta dalla Commissione Ue.
«Ora – sottolinea il presidente – per riconquistare competitività, non c’è che una sola strada da seguire: quella della politica che punta alla crescita, una politica che passa dalla riduzione della pressione fiscale, per liberare risorse per investimenti e ricerca. E questo è il messaggio che giro al Governo a Roma: abbassi le tasse e ci lasci i nostri soldi e sapremo noi Lombardi come ben utilizzarli per ritrovare competitività e crescita».
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