“Credito in cassa”, i comuni facciano in fretta

Lo strumento di Regione Lombardia permette di smobilizzare i crediti che le imprese vantano nei confronti della PA. Ma non tutti gli enti locali, ad oggi, hanno aderito all’iniziativa

Un miliardo di euro per le imprese che vantano crediti nei confronti di comuni, unioni di comuni, provincie e comuni capoluogo di provincia. È questo “Credito in Cassa”, lo strumento approvato dalla Regione Lombardia per rimettere in moto l’economia grazie allo smobilizzo dei crediti scaduti e derivanti da forniture di beni, servizi o lavori delle imprese lombarde nei confronti degli enti locali.
Condividiamo l’intervento di Luca Barni (direttore della BCC di Busto Garolfo e Buguggiate) su “Linkiesta” quando chiede – ai comuni che non ancora non hanno aderito a “Credito in Cassa” – le ragioni della scelta.
Ci si aspetta che nel più breve tempo possibile tutti i comuni della provincia di Varese aderiscano all’iniziativa, perché Confartigianato Imprese Varese ha già ricevuto alcune richieste di assistenza da parte delle sue aziende (e a queste si devono dare risposte puntuali e rapide) e perché le imprese hanno raggiunto il limite: in questa situazione, o si riversano nel sistema economico le risorse “bloccate” e che spettano alle imprese, o si rischia la desertificazione imprenditoriale.
“Credito in Cassa” è un provvedimento in grado di stimolare e aiutare le imprese del nostro territorio. Soprattutto quelle che rischiano la chiusura non per debiti ma per crediti verso gli enti locali. Rendere operativo il provvedimento, da parte dei comuni, non dovrebbe essere una scelta (“Credito in Cassa” non prevede oneri per gli enti locali) ma un atto con il quale riconoscere all’impresa il suo ruolo economico e sociale.
Con “Credito in Cassa” ognuno deve fare la sua parte e ognuno può “fare sistema”: uno strumento con il quale gli enti locali possono dimostrare al territorio la loro capacità nel saper ascoltare le imprese, intercettare i loro bisogni e agire per trovare una soluzione al problema della liquidità con il coinvolgimento di altri attori del territorio.
Ricordiamo che Confartigianato Imprese Varese, attraverso un sondaggio ad un campione di 1.500 aziende, pochi mesi fa aveva monitorato il ritardo dei pagamenti da parte della PA proprio nella nostra provincia. Il 67% degli imprenditori aveva dichiarato di vantare crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione: il 48% con l’amministrazione comunale, il 22% con lo Stato, il 17% con il Sistema Sanitario Nazionale, il 13% con imprese pubbliche.
Il 47% del credito interessava la prestazione di servizi, il 29% le consulenze mentre il 24% riguardava la vendita di beni o materie prime.
Il ritardo nei tempi di pagamento: il 67% delle imprese del campione riceve il pagamento oltre i 90 giorni (quindi con 2 mesi di ritardo rispetto all’obbligo dettato dalla normativa europea entrata in vigore il 1° gennaio), il 22% registra ritardi dai 60 ai 90 giorni, l’11% riceve il pagamento tra i 30 e i 60 giorni.
Smobilizzare queste risorse attraverso “Credito in Cassa” è strategico non solo per sbloccare i pagamenti alle imprese, ma anche per sbloccare gli investimenti delle amministrazioni pubbliche sul nostro territorio.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Novembre 2013
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