Lo studio di Confcommercio: “Troppi centri commerciali, no a Ikea”

Presentati dati che spiegano l'impatto negativo su economia, lavoro e ambiente del territorio delle grandi strutture di vendita: "Sfatato il mito che creano lavoro". Tra Gallarate e Rho già presenti 13 grandi magazzini

Commercianti uniti contro l’overdose di centri commerciali che ha invaso l’asse Gallarate-Rho, compresa l’Ikea che dovrebbe sorgere tra Cerro Maggiore e Rescaldina. E’ proprio la nuova struttura del gigante svedese a preoccupare seriamente la Confcommercio di Legnano insieme a Rho, Magenta e Bollate ma anche le Ascom Busto Arsizio, Saronno, Varese e Gallarate. Tutti insieme uniscono le loro forze e presentano uno studio sull’impatto delle grandi strutture di vendita sul territorio. I dati sono poderosi e l’impatto negativo su ambiente, economia e occupazione: «L’annunciata megastruttura di 74 mila mq complessivi di superficie di vendita a Cerro Maggiore-Rescaldina va ad inserirsi su un territorio già in forte sofferenza – spiegano nello studio i commercianti – per la presenza di 13 centri commerciali sull’asse Rho-Gallarate che occupano una superficie di 255 mila mq oltre ai 46 mila del centro commerciale di Rescaldina, a sole poche centinaia di metri dal luogo dove dovrebbe sorgere questa megastruttura». 

Una mobilitazione generale che ha preso il via oggi, giovedì 7 novembre, con l’incontro pubblico nella sede dell’Associazione territoriale Unione Confcommercio di Legnano e che proseguirà con ulteriori incontri pubblici il 18 novembre presso la Confcommercio di Busto Arsizio, il 21 presso la Confcommercio di Saronno e il 28 novembre presso la Confcommercio di Gallarate. Una forte azione di sensibilizzazione su tutte le istituzioni di un vasta area che comprende le province di Milano e di Varese per far capire l’effetto deflagrante dal punto di vista economico e per il territorio della prevista megastruttura di grande distribuzione a Cerro Maggiore-Rescaldina.

Lo studio presentato sottolinea che l’influsso negativo di questa concentrazione di strutture va oltre il nord-ovest Milanese e Varese, coinvolgendo anche gran parte delle province di Como e Novara, fino a Biella e Vercelli: «Stiamo parlando – rileva Paolo Ferrè, presidente dell’Associazione territoriale Unione Confcommercio di Legnano – di complessivi 74.000 metri quadrati di superficie di vendita (52.000 di sola galleria commerciale) per un consumo di suolo di quasi 280.000 metri quadrati che andrebbe sottratto a verde e agricoltura in un’area già fortemente urbanizzata». Secondo Confcommercio si tratta di «un impatto insostenibile per il territorio ed oggi, dati alla mano con l’analisi compiuta assieme a Confcommercio Lombardia ed illustrata dai nostri relatori Claudio Scillieri e Francesco Mungo, abbiamo spiegato il perché» – prosegue Ferrè.

Nello studio commissionato da Confcommercio Lombardia si evidenzia anche il forte effetto negativo per il traffico di autoveicoli e l’impatto occupazionale anch’esso negativo. E’ prevista una forte crescita del traffico veicolare con i conseguenti problemi per l’inquinamento: 5.000 veicoli in più il sabato e quasi 3.500 il venerdì (oltre ai mezzi pesanti in entrata e uscita dal complesso commerciale per il rifornimento delle merci). Questo grande movimento in più genererà occupazione? No. Nello studio si stima, infatti, un saldo negativo di 244 unità: gli addetti assunti per la nuova megastruttura non basteranno a compensare le perdite di lavoro per le chiusure nella rete distributiva esistente, «senza contare – conclude Ferrè – la probabile minore qualità dei contratti di lavoro nuovi rispetto a chi ora ha un impiego. E senza contare, comunque, che sul piatto della bilancia della perdita di posti di lavoro, non vengono mai considerati gli imprenditori come tutti gli altri lavoratori».

All’incontro di oggi presso l’Associazione territoriale legnanese sono intervenuti Renato Borghi, vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia: «E’ necessaria una grande attenzione – sottolinea Borghi – dobbiamo salvaguardare un corretto equilibrio distributivo e la strada imboccata con l’accordo di programma del 2012 (ora c’è ancora la sospensione con la moratoria regionale, ndr) non va certo in questa direzione». «Si continua a pensare – aggiunge Carlo Alberto Panigo, presidente dell’Associazione territoriale Unione Confcommercio di Rho (e responsabile per Confcommercio Milano, Lodi Monza e Brianza delle province) – che più un insediamento commerciale sia grande, più sia capace di attrarre clienti. Ma ormai è in atto una sorta di cannibalizzazione anche tra la grandi strutture distributive e chi ci rimette è la vivibilità dei nostri centri urbani sempre più a rischio di desertificazione commerciale».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Novembre 2013
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