Manifesti fascisti, Lattuada: “Nessuna apologia, al massimo è affissione abusiva”
Il consigliere comunale di destra critica la decisione di Pd e Sel di presentare un'interrogazione sulle affissioni abusive comparse negli spazi delle elezioni europee il 28 aprile scorso in memoria di Borsani, Ramelli e Pedaveni
L’interrogazione sui manifesti comparsi il 28 aprile scorso in alcuni spazi elettorali per le europee firmati da un gruppo di "camerati" e finalizzati a commemorare alcuni esponenti di destra scomparsi continua a far discutere. Il consigliere comunale Checco Lattuada risponde all’interrogazione presentata dal Pd e da Sel con riferimenti all’apologia di fascismo: «Credo che si stia esagerando, qui al massimo l’argomento è l’affissione abusiva. In quei manifesti si commemorano tre morti e nulla più per questo credo che la sinistra stia facendo una polemica di bassissimo livello – spiega Lattuada – quello che loro chiamano simbolo di guerra è una foto di una monumento, la croce celtica è un simbolo postfascista, usato dalle destre di tutta Europa, camerati è un termine generico che esiste da prima del fascismo, quindi non vedo dove sia l’apologia. Si tratta solo di una manifestazione organizzata regolarmente con la questura e alla quale partecipo da 10 anni senza alcuna vergogna. Non sapevo fosse un reato. Carlo Borsani da invalido di guerra ha ottenuto che la pensione di invalidità fosse estesa anche ai civili, Ramelli e Pedaveni sono due vittime dell’odio tra destra e sinistra negli anni di piombo. Aggiungo che non si può neanche parlare di vandalismo, visto che comunque stiamo parlando di qualche tabellone elettorale che si può ripulire con un po’ d’acqua».
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