Mister Ignis dev’essere orgoglio per i varesini. Grazie Gianni

Lunedì 12 e martedì 13 maggio andrà in onda su RaiUno la fiction tratta dal libro di Gianni Spartà, scrittore e cronista de La Prealpina e animatore di associazioni a sostegno di chi soffre

Il collega Gianni Spartà con il suo libro dedicato a Giovanni Borghi – Mister Ignis, edito da Mondadori – ha recuperato un grandissimo personaggio della storia del lavoro italiano e anche la bella immagine della gente varesina che con dedizione ed entusiasmo sempre si affida a credibili leader che la vogliono compagna in percorsi di crescita.

 Dal libro si è passati alla fiction televisiva di Rai 1, presentata da Bruno Vespa a Porta a Porta, che ribadisce interesse e simpatia per la vicenda di Giovanni Borghi. La proiezione programmata per lunedì e martedì prossimi non dovrà essere per noi varesini una parentesi di nostalgia, ma motivo di orgoglio e anche di stimolo, per tutti, nell’impegno della rimonta economica e sociale che si sta avviando dopo una lunga, buia parentesi.

L’ approdo finale, cioè la più importante ribalta televisiva nazionale, della intuizione e della fatica di Gianni Spartà scrittore, mi ha indotto anche a un bilancio del servizio svolto dai giornalisti varesini, qui da noi e in Italia, nel corso degli ultimi cinquant’anni, il tempo cioè da me trascorso nelle file della categoria.

Le opinioni sulle scuole di formazione di qualsiasi tipo a volte si ispirano a criteri che tali non sono, ma nel tempo si consolidano diventando pregiudizi. Alla fine degli Anni 50 quando l’argomento era il giornalismo già si guardava agli scribi di provincia come a una razza inferiore, all’interno della quale c’era un’isola felice, quella di Parma, città di ottimo giornalismo da dove aveva preso il volo Giovannino Guareschi. Giudizi e opinioni espressi anche in dibattiti o argomentazioni sulla stampa. Ma chi sosteneva queste tesi regolarmente ignorava che nelle grandi testate lavoravano (e lavorano), anche come prime firme, non pochi “provinciali”.

Pensando alla scuola varesina ho contato un numero elevato di colleghi che hanno raggiunto traguardi anche di prestigio alla Rai, radio e tv, a Sky e pure nei più importanti quotidiani di informazione, economici e sportivi. Gianni Spartà, come altri della sua generazione, ha preferito rimanere a Varese: è stata una scelta di vita.  Ricordo benissimo gli inizi di Gianni. Tanto entusiasmo, voglia di imparare e di migliorarsi, come fece recuperando presto la fluidità della scrittura che avevano colleghi usciti dal liceo classico. Tanta determinazione: si laureò in legge e poi superò brillantemente gli esami di procuratore legale a Milano, dove c’è sempre stata – c’è ancora- la mattanza dei candidati. La “Prealpina” ebbe così il suo più fine e tecnico cronista giudiziario.

Parallelamente all’impegno professionale Gianni sviluppò una notevole attività pubblicistica in campo economico e finanziario mettendo in rilievo aziende, personaggi, situazioni e progressi. Negli anni della maturità i suoi obiettivi sono cambiati: la sua esuberanza e la sua attenzione si sono rivolte al bene pubblico, al servizio alla nostra comunità.  Il collega di un tempo, tenace, ambizioso, teso ai traguardi che si proponeva con un divertente mai trascurato senso antico del risparmio, ha guardato agli altri fondando Varese per l’Oncologia e il Circolo della Bontà, a sostegno appunto dei varesini che soffrono e del nostro ospedale. Con il libro dedicato a Borghi ha innescato un processo di recupero di memorie, di valori, di orgoglio che ha rianimato l’autostima della nostra gente. Grazie Gianni.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Maggio 2014
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