“Quasimodo: ed è subito panico!”
Tracce promosse, quasi a pieni voti, dal popolo del web che ha invaso la rete promuovendo i titoli su tecnologia ed Europa e bocciando il tema letterario. In classe, gli studenti hanno scelto il tema sul "dono"
“Pervasività” delle tecnologia. La prima impressione della rete, all’annuncio delle tracce, è stata per questo termine così poco usato: “Pervasività sarà stato il primo termine cercato sul dizionario” si leggeva questa mattina tra i tweet. Nel complesso, però, il popolo del web ha appezzato titoli e tracce proposte dal Ministro Giannini per la maturità 2014.
È piaciuta la tecnologia, è piaciuta molto anche la storia con il parallelismo tra 1914 e 2014. Per alcuni anche la traccia “artistico letteraria” sul dono è apparsa affascinante, così come l’analisi fatta da Renzo Piano con la visione delle periferie da rammendare.
“Scontato” è stato definito il titolo sulla violenza anche alla luce delle tendenze che davano in pole position "Nelson Mandela". Quasi tutti concordi, infine, sulla difficoltà di Quasimodo, autore spesso poco approfondito.
Fuori da scuola alla fine delle sei ore, però, giudizi e commenti solo in parte hanno confermato le tendenze twittate.
Certa è la scarsa attrattività della traccia su Quasimodo, un autore che spesso non viene nemmeno svolto. Tra i pochissimi maturandi ad aver svolto il tema letterario c’è Flavia, del liceo Ferraris di Varese: « Quando l’ho visto non ho avuto dubbi. È un autore che avevamo approfondito bene perchè alla mia docente piace molto. Il tema della memoria, poi, non era difficile».
Tra i suoi compagni dello scientifico c’è grande diversità: Sonia, futura studentessa di ingegneria ambientale al Politecnico, ha scelto la traccia sulla responsabilità dove ha potuto parlare di ecologia e rispetto della Natura. Eleonora ha preferito sviluppare l’argomento del "dono" trattandolo soprattutto dal punto di vista sociale. Giulia si è lanciata nella dissertazione tecnico scientifica sull’importanza della tecnologia, facendo riferimento all’Illuminismo e alla lotta tra psiche e intelletto. Tra i più delusi Ettore che aveva investito buona parte del suo tempo nello studio degli autori ma che ha dovuto virare sulla responsabilità sociale ed economica davanti allo "sconosciuto" Quasimodo.
Dono come atto gratuito e non come azione del "dare" è piaciuto a molti studenti dell’Isis Stein di Gavirate: « Era una traccia che mi ha permesso di spaziare tra le mie competenze in ambito socio assistenziale» spiega Raffaella. Un po’ arrabbiate, invece, Cecilia, Eleonora e Jasmine che si aspettavano altre tracce: « Qualcosa che avesse a che fare con la crisi o i giovani. La traccia del dono era interessante ma avevamo troppo pochi spunti per collegare e fare un discorso organico senza scadere nella banalità».
Chi è convinto del suo lavoro è Andrea, del liceo scientifico Stein: « Ho trattato il testo di Renzo Piano. Ho analizzato di come Milano abbia fatto un investimento economico costruendo Milano 2 e Milano 3, si sia arricchita e poi abbia scaricato questi quartieri. Ho analizzato il problema sociale dell’abbandono ma anche le potenzialità che spesso si racchiudono in ambienti così in fermento». Einstein, invece, ha ispirato Federico, anche lui studente dello scientifico Stein, nella stesura del saggio scientifico sulla pervasività della tecnologia: “ temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità".
Contento anche Andrea che ha optato per il saggio socio economico sulle nuove responsabilità dopo aver superato l’imbarazzo della scelta tra proposte tutte "fattibili".
La violenza e la non violenza sono state trattate da Noemi dell’artistico Frattini: « Era un tema che ci aspettavamo perchè si poteva parlare di Mandela e sono contenta del lavoro svolto» Più titubante è Giorgia che si è buttata sull’analisi delle periferie: « Forse ho fatto un discorso un po’ troppo generico. Un mio compagno ha parlato di Varese, dei suoi quartieri, io sono stata vaga, valutando situazioni e condizioni e prospettato soluzioni». Contenta della scelta è Sara: «Ho parlato del dono, come atto sociale e umano. Ho usato i riferimenti dati, ma senza alcun aggancio agli artisti…». Anche Martina ha scelto il dono: « Ma forse ho sbagliato, ho banalizzato. Non so. Ero così in ansia. Mi ero bevuta sei caffè e quando ho letto le tracce mi sono sentita perduta. Forse vuol dire anche questo "maturare"…»
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