Per le piccole imprese è la burocrazia la “brutta bestia”

Un sondaggio CNA rivela che una piccola impresa su due pensa che il Governo può davvero ridurre il carico burocratico che schiaccia il sistema produttivo: il commento di Franco Orsi, presidente CNA Varese

Arriva dalle Pmi una apertura di credito per l’agenda di Palazzo Chigi: una piccola impresa su due pensa che il Governo di Matteo Renzi può davvero ridurre il carico burocratico che schiaccia il sistema produttivo.  A rilevarlo è stato il Centro studi Cna nel sondaggio “Le Pmi alle prese con la burocrazia”, al quale hanno risposto 2400 micro, piccole e medie imprese associate.

Le risposte al sondaggio indicano lo stesso obiettivo: è arrivato il momento di ridisegnare il sistema burocratico e l’apparato amministrativo. Sono tre infatti le richieste in testa alla lista: adempimenti meno ripetitivi e più comprensibili; norme calibrate sulla dimensione delle imprese nel rispetto del principio statuito dallo Small business act “think small first”; maggiore livello di informatizzazione della Pubblica amministrazione, attraverso la rapida attuazione dell’Agenda digitale.
Per tre imprese su quattro, rivela il sondaggio del Centro studi Cna, la burocrazia è tra i principali responsabili della decrescita economica degli ultimi sette anni. Oltre il 75% delle imprese sotto i 10 dipendenti spiega che la burocrazia è diventata il principale freno allo sviluppo dell’attività e del fatturato.
Il 72% degli interpellati dal Centro studi Cna è convinto che la complessità degli adempimenti costituisca il principale difetto della burocrazia, oltre a sottrarre tempo prezioso all’attività. Al 41,8% delle imprese la burocrazia sottrae fino a 24 ore lavorative al mese, al 30,7% addirittura fino a 40 ore. In queste condizioni, diventa inevitabile affidarsi a soggetti specializzati. Ma anche il ricorso agli specialisti non evita “calvari” agli imprenditori. E’ il caso del Sistri, il famigerato sistema di tracciamento dei rifiuti, che il 61% delle imprese coinvolte ritiene molto problematico, o della responsabilità solidale negli appalti, un irrisolvibile rebus per la metà delle imprese.
Bocciati senz’appello, tra l’altro, anche gli interventi di semplificazione amministrativa tentati dai Governi che si sono succeduti negli anni della crisi, per il 75% degli imprenditori ritenuti poco incisivi.
All’attuale esecutivo gli imprenditori concedono però un’apertura di credito. A parere delle imprese, però, si deve prima di tutto informatizzare, davvero, la Pubblica amministrazione per renderla agile e tempestiva, cominciando dalla efficace connessione tra tutte le banche dati. L’attuale livello di digitalizzazione è giudicato inadeguato alle necessità del business dal 53% delle imprese: in media, infatti, solo una su tre riesce a sbrigare per via telematica oltre la metà delle pratiche. In sintesi, le imprese si attendono: un maggior tasso di informatizzazione semplice ed efficiente, costi ridotti, risposte più chiare e più rapide, maggiore certezza nei tempi delle procedure amministrative.
«Il sondaggio corrisponde perfettamente anche ai sentimenti degli artigiani varesini: La burocrazia è una “brutta bestia” o riusciamo a combatterla in tempi ragionevolmente brevi, o questa ci divora – ha commentato Franco Orsi, presidente di CNA Varese Ticino Olona – In un momento dove il lavoro scarseggia, l’accesso al credito è davvero problematico, i problemi per le nostre imprese in termini di concorrenza sleale, sono inquietanti, la pressione fiscale è opprimente e devastante. Ci manca solo il “carico” di una burocrazia asfissiante e per certi versi stupida per rendere la vita delle piccole imprese artigianali davvero difficile e insopportabile. Speriamo dunque, ancora una volta, che questo governo possa davvero incidere in modo netto su questa piaga della burocrazia e che ci renda la vita un po’ più semplice…perché ormai siamo veramente esasperati».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Novembre 2014
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