Padre Franco Nascimbene, riflessioni dalla Colombia

padre franco nascimbene

Padre Franco Nascimbene, malnatese doc, continua la sua avventura a Bogotà, in uno dei quartieri più pericolosi della città colombiana. Con una lettera dal Sud America il prete fa un punto sulle sue condizioni e racconta la propria avventura.

Carissimi tutti che mi seguite dall’Italia,

eccomi a voi con qualche notizia sulla mia vita nella periferia ” nera ”  di Bogotá.
Qualche giorno fa mi son seduto a pensare un poco su ció che stavo vivendo e mi é venuto alla mente un paragone.
Trent’anni fa ero andato a vivere in un paese della foresta ecuatoriana  circondato da migliaia di famiglie che vivevano nella selva. La metá di loro era nera e viveva lí da secoli, l’altra metá era arrivata da pochi anni o da pochi mesi.
Con questi ultimi stavo paragonando la mia vita di questi primi mesi nella periferia di Bogotá.
Loro arrivavano e si trovavano davanti un bosco  che non conoscevano.
Cosí anch’io sono giunto ad un quartiere dove non conoscevo nessuno.
In quel bosco scoprivano cose belle e buone: acqua, frutti, pesci, animali da cacciare, legname per costruire….
Anch’io sto scoprendo cose belle e buone: l’accoglienza di chi non mi conosceva, l’allegria della gente,  un luogo dove riesco a vendere il mio latte di soia da cui traggo da vivere, l’amicizia dei vicini e della gente che viene a visitarmi, il semplice aiutarsi e condividere tra vicini di casa…..
Poi la gente arrivata al bosco scopriva che alcune cose gli complicavano la vita: i serpenti, il bosco troppo fitto per poter coltivare, la mancanza di sentieri per muoversi…..ed allora cominciavano ad uccidere serpenti, ad aprire strade, a disboscare alcune zone per poter seminare.
Cosí anch’io sto incontrando alcune difficoltá: il freddo di notte, il fiato che manca in certe  stradine molto ripide, qui a 2.700 metri,  e poi alcune famiglie che non mi aprono la porta perchè non mi conoscono (in verità son state poche , peró una decina sí le ho trovate), la forza della societá dei consumi che spesso spinge la gente a muoversi solo quando c’è qualcosa da guadagnare, la violenza con cui spesso si risolvono i problemi e che si respira in questa societá colombiana, soprattutto nei quartieri marginali  dove facilmente si sviluppano i gruppi armati (qualche giorno fa ho passato tutto un pomeriggio in una casa conversando con un ventenne che,coltello alla mano, mi diceva che quella notte avrebbe ucciso un suo rivale, cosa che poi non ha fatto)
Infine la gente nel bosco cominciava a preparare la terra per seminare,smuovendola, irrigandola, concimandola.
Io lo sto facendo soprattutto dedicandomi a visitare i vicin del quartiere. Fin’ora ho visitato circa 200 famiglie: alcune visite sono molto corte, altre invece durano mezz’ora, un’ora, quando mi fanno entrare in casa, sedere ed a volte mi offrono da bere e da mangiare.
 In quei casi si riesce davvero a smuovere un pó la terra, chiaccherando, scherzando, facendo amicizia, creando un rapporto di fiducia reciproca che fra qualche mese sará il terreno adatto per seminare.
Nei prossimi giorni ci sará una buona occasione per approfondire i rapporti: molti dei neri del quartiere sono originari di una zona della Colombia dove c’è una grande devozione a S.Francesco di Assisi che loro chiamano San Pacio.
Questa devozione è rimasta dentro nonostante l’emigrazione e nella loro terra  celebravano quella festa durante 15 giorni.
Mi sono incontrato con alcuni dei loro leaders e stiamo preparando la festa nel quartiere con film sulla vita del santo, Messa con canti e ritmi Afro, processione con l’immagine del santo e poi un pomeriggio di festa con canti, tamburi, giochi, scenette, cibo tipico, balli….
Sarà un’ottima occasione per me per continuare a coltivare questa terra, creando rapporti di vicinanza e simpatia durante la giornata di festa.
Durante quella settimana, che é una settimana di vacanze scolastiche in Colombia, ho invitato  a casa mia 4 universitarie che vengono dal quartiere di Tumaco dove io vivevo fino all’anno scorso. Lá erano membra del gruppo giovanile ed ora son venute a studiare alla capitale con una borsa di studio.
In quei giorni tenteranno di montare un gruppo giovanile nero nel quartiere.
Sono le primissime iniziative che sto prendendo  da quando sono qui. Poi continuerò la mia visita ancora per qualche mese e poi vedremo cosa si fará…
Spesso ricevo visite di persone interessate a conoscere il mio stile di presenza. Forse un giorno qualcuno di loro deciderá di fermarsi a vivere e lavorare qui con me.
Sto bene e son contento.
Che Francesco di Assisi, che celebreremo fra pochi giorni, lui che visse libero di fronte alle ricchezze del mondo, amando e rispettando la natura, vivendo senza violenza e coltivando la fraternitá mi ispiri nei prossimi passi da dare e sia motivo di ispirazione anche per tutti voi
Un abbraccio

Francesco Mazzoleni
francesco.mazzoleni@varesenews.it
Sport e Malnate, passione e territorio per comunicare e raccontare emozioni
Pubblicato il 28 Settembre 2015
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