Accam, decade il consiglio di amministrazione

Con le dimissioni del presidente pro tempore Gualandi e del consigliere Senaldi non ci sono più i numeri per andare avanti. Situazione sempre più complicata in vista dell'assemblea del 23

accam

L’intero consiglio di amministrazione di Accam è decaduto. Prosegue la situazione di caos per la società che gestisce l’inceneritore di Busto Arsizio dopo la decisione di portare a chiusura la spa entro il 2021, con lo spegnimento dei forni.

Nella giornata di ieri sono state consegnate le dimissioni dell’amministratore delegato con funzioni di presidente Giuseppe Gualandi e quelle del consigliere Federico Senaldi che, dopo le dimissioni del presidente Emilio Cremona e dell’altro consigliere Marco Pigni (usciti di scena a marzo, ndr), hanno fatto in modo che non vi fosse più il numero legale per poter proseguire.

Resta in carica, ma solo per ottemperare agli atti ufficiali, la consigliere Paola Monno che dovrà traghettare la società fino all’assemblea del 23 novembre mentre si attende ancora di approvare il bilancio, scadenza prorogata per mesi in attesa di capire quale scenario i comuni soci intendessero portare avanti.

Proprio la decisione di arrivare alla liquidazione di Accam nel 2021 sarebbe alla base della decisione presa da Gualandi e Senaldi (quest’ultimo inviso a Forza Italia e le cui dimissioni erano state chieste al sindaco di Gallarate Andrea Cassani ).

La vicenda relativa all’inceneritore e alla società che gestisce l’impianto per conto dei 27 comuni soci, dunque, si fa sempre più a tinte fosche. Si ipotizza addirittura la possibilità di una gestione commissariale fino allo spegnimento.

 

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 08 Novembre 2016
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