Luminari: “Senza l’unità dei comuni Accam fallisce”

L'assessore al bilancio legnanese chiederà ancora tempo ai soci per proporre un piano che convinca i 12 comuni a non lasciare la società e ad evitare due impianti dell'umido nello stesso territorio

pier antonio luminari

«Se si vuole salvare Accam non è pensabile realizzare due impianti di trattamento dell’umido sullo stesso territorio». Pier Antonio Luminari (foto Legnanonews), assessore al bilancio di Legnano, è sbigottito dagli scenari sui quali lunedì prossimo l’assemblea dei soci dell’inceneritore è chiamata a deliberare e annuncia l’astensione del Comune di Legnano (che è il secondo comune con il maggior numero di quote della società, ndr).

«Tramite Ala stiamo cercando di tessere una tela che eviti la spaccatura (12 comuni hanno annunciato con una lettera l’intenzione di uscire da Accam se l’inceneritore continuerà a funzionare oltre il 2017) e tenga unita la compagine societaria – spiega Luminari che poi cita l’ex-sindaco di Busto Arsizio Farioli – credo che il suo disegno iniziale sia quello che meglio si addice a questa situazione e cioè l’idea di formare una nuova società che gestisca il rifiuto dalla raccolta allo smaltimento con un impianto di trattamento dell’umido e un progetto industriale valido per il trattamento a freddo di una parte del rifiuto secco, diverso dal progetto della fabbrica dei materiali».

L’idea è quella di ritornare al progetto che prevedeva lo scorporo da Amga e da Agesp della parte ambientale (Ala e la ex-Agesp Igiene Ambientale) per farle entrare in Accam. Amga porterebbe in dote anche l’impianto Forsu che dovrebbe sorgere in via Novara mentre l’inceneritore dovrebbe continuare a rimanere in funzione fino al 2021 in modo che Accam possa chiudere con il ciclo a caldo senza debiti e perdite.

Luminari chiederà, dunque, un rinvio della decisione sul piano industriale di almeno una settimana con due obiettivi precisi: «Il primo è quello di ricompattare i 27 comuni soci anche perchè se si avvera l’uscita dei 12 comuni dissidenti Accam non potrebbe far altro che portare i libri in tribunale e ognuno andrebbe per la sua strada – spiega – il secondo obiettivo è quello di evitare la follia di avere due impianti dell’umido a poche centinaia di metri in linea d’aria l’uno dall’altro».

L’assessore legnanese chiude con una nota di ottimismo: «Ho letto la delibera che andrà in votazione questa sera nel consiglio comunale di Busto Arsizio – spiega – ho trovato particolarmente positive le ultime righe in cui si auspica che qualsiasi decisione venga presa si mantenga l’unità tra tutti i comuni che fanno parte di Accam».

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 06 Ottobre 2016
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