Le tensioni all’indomani della direzione del Partito Democratico

Dalla provincia di Varese parteciperanno il senatore Alessandro Alfieri e il consigliere comunale Giacomo Fisco, membri della direzione. Seguirà dall'esecutivo la deputata Maria Chiara Gadda

direzione partito democratico

Sono ore ad altissima tensione all’interno del Partito Democratico all’indomani della direzione del partito fissata per giovedì 3 maggio a Roma.

Una direzione che doveva definire l’atteggiamento nei confronti della possibile intesa tra Movimento 5 stelle e Pd, dopo il dialogo aperto con l’incarico esplorativo che il Capo dello Stato ha affidato al Presidente della Camera Roberto Fico, e che invece rischia di aprire definitivamente le ferite interne al partito.

Dalla provincia di Varese parteciperanno il senatore Alessandro Alfieri e il consigliere comunale a Varese Giacomo Fisco, entrambi membri della direzione, mentre seguirà da vicino la deputata Maria Chiara Gadda, membro dell’esecutivo nazionale del partito.

La spaccatura tra le correnti interne è esplosa dopo l’intervento dell’ex segretario Matteo Renzi a “Che Tempo che Fa” su RaiTre che, prima della direzione, ha anticipato la sua chiusura all’intesa con i 5 stelle. Un’uscita che ha fatto andare su tutte le furie il segretario reggente Maurizio Martina e altri dirigenti di partito.

All’indomani dell’appuntamento il fatto politico più importante è un documento di area renziana che in vista della riunione chiede una convergenza su tre punti.

«Io sono tra i firmatari – spiega Alessandro Alfieri – e sono tra coloro che sta lavorando affinché non ci siano conte divisive all’interno del partito con l’obiettivo di tenere insieme il partito».

I tre punti sui quali si cerca la convergenza sono la convinzione che sia “dannoso fare conte interne nella prossima Direzione nazionale”; che la responsabilità “dello stallo creato dal voto del 4 marzo sia frutto dell’irresponsabilità del centrodestra e del Movimento Cinque Stelle”; e che il Pd non possa votare “la fiducia a un governo guidato da Salvini o Di Maio ma che debba rendersi disponibile ad un lavoro comune, insieme a tutte le forze politiche, per riscrivere insieme le regole del nostro sistema politico-istituzionale”.

Tomaso Bassani
tomaso.bassani@varesenews.it

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Pubblicato il 02 Maggio 2018
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