Un gioco in 3D per conoscere la pediatria
L'Asst Rhodense ha adottato una app dedicata ai pazienti tra i 3 e i 9 anni che spiega il reparto raffigurato come un castello, passando per la camera degli attrezzi medici e per la stanza dei dottori

L’ospedale spiegato ai bambini grazie ad una app. Un percorso interattivo che si snoda attraverso il reparto di Pediatria, raffigurato come un castello, passando per la camera degli attrezzi medici e per la stanza dei dottori. Tramite un video gioco in 3D, un seriuos game, gli strumenti medici saranno
trasformati in personaggi che aiuteranno il bambino, protagonista del gioco, a trovare le soluzioni ai suoi problemi e gli spiegheranno chi sono e cosa fanno i dottori e il personale infermieristico.
L’applicazione, denominata Amico H, è rivolta ad una fascia di età tra i 3 e i 9 anni ma c’è anche una parte dedicata all’orientamento per i genitori. E’ stata voluta per rendere più leggera, e consapevole, la degenza dei bambini anche se si tratta di un progetto sperimentale che dovrebbe partire a ottobre nella Pediatria di Garbagnate. L’obiettivo è quello di limitare il disagio psicologico sofferto in seguito all’esperienza di malattia e all’ospedalizzazione.
Il prototipo, presentato nel corso del Festival della Salute dell’Asst Rhodense svolto a Garbagnate lo scorso 14 settembre, verrà testato anche dai genitori.
Amico H risponde a un’esigenza riportata al punto 7 della Carta dei Diritti del Bambino in Ospedale secondo cui: “Il bambino ha diritto ad essere informato sulle proprie condizioni di salute e sulle procedure a cui verrà sottoposto […]. Si utilizzerà un linguaggio quanto più vicino a quello del bambino, ricorrendo anche al gioco, alle narrazioni, ai disegni, alle immagini”.
“Vedere un bambino ammalato è di per se una sofferenza e per i genitori spiegare la malattia o il ricovero non è mai cosa facile. Pensiamo che l’applicazione Amico H possa fornire un supporto per
comunicare questo tipo di situazioni: il bambino attraverso il gioco comprende in maniera più serena qual è il suo stato di salute – spiega il direttore generale, Ida Ramponi – Per ora siamo ancora nella fase sperimentale pur se i bambini che lo hanno testato durante il Festival pare abbiano risposto con grande curiosità”.
L’applicazione è stata realizzata dall’associazione Psychè onlus, che da anni collabora con il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca, e i video giochi sono stati elaborati da psicoterapeuti.
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