Maxi sequestro a un imprenditore accusato di caporalato
La Guardia di Finanza ha sequestrato immobili tra Milano, Lodi, Brescia a un imprenditore residente in Svizzera. Sfruttava i lavoratori con contratti romeni

Un imprenditore della logistica è agli arresti domiciliari accusato di frodi fiscali, riciclaggio e sfruttamento del lavoro, in particolare di ‘caporalato’ nel facchinaggio.
Centoventi immobili sono stati sequestrati, da parte della Guardia di Finanza, in diverse città lombarde: Milano, Lodi, Brescia oltre a Torino, Genova.
Le indagini della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano sono a carico di Giancarlo Bolondi della società Premium Net, residente in Svizzera.
L’inchiesta ha fatto emergere un sistema di sfruttamento del lavoro avvenuto tra il 2012 e il 2018. Attraverso network e cooperative veniva “reclutata manodopera in condizioni di sfruttamento”, approfittando dello “stato di bisogno dei lavoratori, tenuti costantemente sotto la minaccia di perdere il lavoro”.
Il lavoro avveniva in Italia ma lo stipendio era in valuta romena: la busta paga di un mese ammontava a 300 euro ( 1400 Imu la moneta romena). Coinvolti lavoratori italiani tra i 20 e i 45 anni che erano costretti a firmare un contratto romeno. Come nel caso della Ceva Logistic Italia srl, ramo della multinazionale leader nel settore della logistica, con sede nel Pavese per la gestione della “Città del libro”, una sorta di hub logistico per la distribuzione di materiale editoriale, “una delle clienti del ‘sistema Bolondi’” che impiegava “manodopera fornita dalla Premium Net”.
Sequestrati, oltre a conti correnti , immobili tra Padenghe sul Garda e Manerba del Garda (Brescia), Camogli (Genova), Lodi, La Thuile (Aosta), Milano, Sauze di Cesana (Torino): tutti riconducibili a Bolondi.
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