Rsa di Tradate: nelle due strutture 9 persone ricoverate e 4 decessi

Non ancora effettuati i tamponi ai circa 130 ospiti delle Rsa La Pineta e Fondazione Velini. I responsabili delle due strutture spiegano come stanno affrontando l'emergenza Coronavirus

Rsa La Pineta

La situazione delle Rsa di Tradate sembra essere sotto controllo, anche se non sono ancora stati effettuati i tamponi agli ospiti delle due strutture, la più grande Rsa La Pineta e la più piccola Fondazione Velini. A spiegare la situazione, monitorata anche dall’amministrazione comunale, sono i responsabili delle case di risposo, dove ufficialmente, in totale, oggi si contano 9 persone ricoverate in ospedale e 4 decessi riconducibili a Covid19 con tampone positivo.

Rsa La pineta

Il direttore sanitario della struttura è Marco Ravasi. Nella Rsa La Pineta sono presenti 95 ospiti e 60 di personale dipendente. «Ad oggi abbiamo fatto i primi tamponi forniti da Ats, siamo in attesa dei risultati. Per ora, ufficialmente, non abbiamo nessun operatore contagiato, ma nelle prossime ore avremo i risultati sulla ventina di test fatti. Dall’inizio dell’emergenza, ci sono state 5 persone ricoverate in ospedale e 3 decessi riconducibili a Covid19 con tampone positivo».

Ravasi racconta anche come hanno affrontato la situazione in questi primi due mesi: «Noi avevamo già iniziato prima del primo decreto ministeriale a chiudere ai parenti le visite, imponendo un parente per ospite e per pochi minuti, poi al 5 marzo avevamo già chiuso tutte le visite, anticipando il decreto dell’8 marzo. Ci siamo subito attivati con le videochiamate: a scadenza regolare con il personale che effettuava le videochiamare con i parenti, anche a richiesta degli stessi. Quando è successo il primo caso confermato dall’ospedale, abbiamo compartimentato il nucleo dove era presente questa persona: abbiamo la fortuna di avere una struttura che è facile da suddividere, effettuando così vestizione e svestizione del personale, con tutte le protezioni necessarie. Il tampone adesso è stato fatto a 20 dipendenti, è già stato chiesto anche per tutti gli altri. Abbiamo inoltre richiesto ad Ats di farlo anche a tutti i residenti, stiamo cercando di poter avere poter risposta positiva a questa richiesta avanzata più volte e con diversi indirizzi e numeri di telefono. L’ideale sarebbe fare i tamponi almeno nello stesso periodo a personale e ospiti, proprio per capire come isolare e organizzare la situazione. Adesso stiamo certificando il personale ma a livello di ospiti non abbiamo un quadro completo».

Fondazione Velini

La struttura è dotata di 43 posti letto accreditati e ha 37 dipendenti. «Ad oggi abbiamo avuto 3 ospiti ricoverati in ospedale, di cui 1 persona è deceduta con tampone positivo – spiega Monica Ravarotti, responsabile struttura e risorse umane -. I tamponi per ora sono stati fatti solo a una parte del personale e alcuni di questi sono stati messi in quarantena. Abbiamo messo a disposizione fin dall’inizio dell’emergenza i dispositivi di sicurezza, presi in autonomia grazie al contributo di Sos Varese Aiuta e Lions Tradate,  ancor prima dell’obbligo ministeriale, chiudendo le visite ai parenti da inizio marzo. Nelle ultime settimane Ats Insubria ci sta fornendo altri dispositivi di sicurezza. Per aiutare la comunicazione tra gli ospiti e i parenti sono state attivate subito le videochiamate, per permettere un costante contatto e aggiornamento».

Sulla situazione dei numeri, la responsabile spiega che «abbiamo avuto un incremento dei decessi, ma non avendo fatto i tamponi in struttura, non abbiamo la certezza che questi i decessi sono riconducibili al Covid19. I famigliari degli ospiti interessati sono stati debitamente informati. Abbiamo fatto richiesta ad Ats per poter effettuare i tamponi a tutti gli ospiti, siamo in attesa di risposta. Intanto, ci siamo dotati, sempre in maniera autonoma, dello screening del sangue per la ricerca degli anticorpi, come quello che stanno facendo a Cocquio. Un ringraziamento sicuro va a tutti gli operatori che giornalmente sono impegnati per garantire tutte le cure ai nostri ospiti».

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 15 Aprile 2020
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