Truffe, frode fiscale e riciclaggio: 6 arresti

Massiccia operazione antiriciclaggio del Nucleo di Polizia Economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Asti con perquisizioni nelle province di Napoli, Varese e Roma

estorsione guardia di finanza di busto arsizio

Massiccia operazione antiriciclaggio del Nucleo di Polizia Economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Asti con perquisizioni nelle province di Napoli, Varese e Roma, che ha portato all’arresto di 6 persone, alcune delle quali già arrestate per associazione mafiosa.

I sei arrestati sono componenti di un’organizzazione internazionale dedita alla frode fiscale, alle truffe finanziarie e al riciclaggio. Le Fiamme Gialle hanno sequestrato ville, automezzi e conti bancari italiani ed esteri, per un totale di 500 mila euro, su disposizione del GIP del Tribunale di Asti.

Le indagini hanno portato alla scoperta di un gruppo criminale, attivo prevalentemente del basso Lazio e Campania, che utilizzava strumentalmente numerose società, italiane (con sedi in Milano, Monza, Roma, Latina) ed estere (Repubblica Slovacca, Bulgaria), apparentemente operative ma non adempienti agli obblighi dichiarativi fiscali, funzionali alla realizzazione di diverse finalità delittuose: truffe ai danni dello stato, tra cui illecito ricorso a finanziamenti garantiti dal Fondo Garanzia Medie e Piccole Imprese gestito dal Medio Credito Centrale, per svariati milioni di euro e frode fiscale con evasione di imposte per oltre 2 milioni di euro.

In Piemonte l’organizzazione era riuscita ad incunearsi negli snodi di una procedura concordataria prefallimentare e aveva ordito una truffa ai danni di due società di Bra (CN) e di Ivrea (TO), interessate alla procedura concordataria, mettendo in atto un raffinato disegno criminoso dedito al riciclaggio di somme di denaro derivanti dall’illecita negoziazione di assegni circolari per un valore di 500.000 euro.

Le attività investigative sono partite dalla denuncia dei commissari giudiziali di una società braidese in concordato preventivo, i quali, all’atto dell’incasso della somma di 500.000 euro (costituita da 10 assegni circolari) a suo tempo messa a disposizione della procedura, da parte della società capogruppo, a titolo di garanzia per il ricorso avverso la procedura concordataria, apprendevano che i titoli in questione risultavano già posti all’incasso.

Le indagini consentivano di accertare l’avvenuta falsificazione dei predetti titoli sui quali era stato altresì indicato un differente beneficiario di comodo: una società di capitali romana la quale, ottenuta la provvista, l’aveva interamente trasferita, mediante bonifici, a più riprese, in favore di varie società dell’est Europa da cui ritornava poi indietro in Italia, mediante plurimi passaggi societari, e movimentata a favore degli indagati i quali, in finale, ne ottenevano così la “ripulitura” attraverso la monetizzazione in contanti o il reinvestimento in immobili e società.

Ulteriori sviluppi del contesto investigativo, anche attraverso la collaborazione internazionale tra Unità Investigative Finanziarie antiriciclaggio, interessate tramite il II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza, hanno evidenziato le proiezioni transnazionali delle attività illecite del gruppo che aveva costituito alcune società in Repubblica Slovacca e in Bulgaria mediante le quali veniva trasferita la liquidità finanziaria, frutto della illecita negoziazione degli assegni circolari.

Le indagini sono tuttora in corso con particolare riguardo ai trasferimenti dei proventi illeciti e non si escludono ulteriori sviluppi anche riguardo a possibili collegamenti con la malavita organizzata.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Luglio 2020
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