La solitudine delle badanti, isolate da mesi

Oltre sessantamila in Lombardia le donne straniere impegnate nell'assistenza ad anziani: le restrizioni hanno complicato la vita. Ma è un problema anche per le famiglie, segnala la FnpCisl

Generico 2018

Vera fa la badante a Gallarate, ha quarantacinque anni e da quasi un anno, ormai, non vede la sua famiglia in Romania. «Se andavo a casa in Romania dovevo stare chiusa in casa per due settimane, mia figlia voleva venire qui ma anche lei doveva stare poi chiusa per due settimane».

Le ferie d’agosto, gli abbracci con la famiglia sono saltate e chissà quando si potrà programmarle, con la paura del secondo lockdown in vista.

In Lombardia gli assistenti familiari regolarmente assunti sono circa 73mila (dati Inps 2018) mentre gli irregolari sono stimati circa 110mila per un totale di circa 182mila lavoratori domestici. Si calcola, infatti, che circa 127mila persone (il 70% dei lavoratori domestici) siano straniere, con una netta prevalenza (6 su 10) di provenienza dell’Est Europa. Il 60 per cento di questi ultimi lavora come badante, e spesso convive con gli anziani e i malati di cui si prende cura.

La cosa riguarda migliaia di badanti e, di riflesso, anche migliaia di famiglie: perché molte badanti hanno rinunciato a tornare a casa («Avevo paura anche per la signora», dice Vera, parlando dell’anziana che assiste), altre hanno dovuto adattarsi obbligatoriamente (ad esempio le cittadine moldave, perché dalla Moldavia c’è divieto di ingresso). Ma in altri casi invece sono rientrate in Italia e hanno dovuto necessariamente trovare un posto alternativo per l’isolamento precauzionale: un viaggio di due settimane a casa si trasforma in almeno tre di assenza dalla famiglia assistita.

Per chi ha genitori anziani si è sommato in alcuni casi un costo aggiuntivo, appunto quello dell’alloggio alla badante che deve rientrare ma deve prima trascorrere il periodo di isolamento fiduciario.

«Le famiglie lombarde non possono farsi carico anche di prevenzione, controllo sanitario e periodo di quarantena di badanti, collaboratori domestici e colf» dice la Fnp Cisl Pensionati Lombardia, che chiede l’adozione di linee guida regionali e nazionali omogenee, con precise misure per venire incontro alle giuste esigenze delle famiglie e non scaricare tutte le responsabilità sulle stesse famiglie.

«Un nostro particolare invito a tutte le famiglie è di fare attenzione alle situazioni di irregolarità dei rapporti di lavoro che vanno regolarizzati per la sicurezza degli anziani assistiti, loro famiglie e collaboratori domestici utilizzando anche le opportunità di regolarizzazione che il Governo ha messo in campo».

Sul versante della protezione, già nei mesi scorsi l’Aclicolf – un punto di riferimento solido per il settore, dentro al mondo delle Acli, ben ramificato sul territorio – aveva chiesto «di prevedere per questo lavoro a domicilio una dotazione di materiali protettivi (disinfettante e mascherine) e un’adeguata campagna informativa specifica, in collaborazione con le organizzazioni di rappresentanza e con i Patronati».

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Pubblicato il 14 Settembre 2020
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