“Noi dobbiamo lavorare, la mia bimba senza scuola sarà affidata ai nonni”
La mamma di un'alunna di terza elementare sconfortata dalla decisione di chiudere le scuole primarie

Spett.le redazione,
sono madre di una bambina di terza elementare presso una delle scuole primarie di Varese.
Vorrei esprimere il mio sconforto, e penso sia comune anche agli altri genitori, in merito alla nuova chiusura di tutte le scuole di ordine e grado.
Dopo il primo lockdown mi sarei aspettata che il diritto allo studio non venisse più scalfito dal problema covid; ahimè così non è stato.
Calpestati nuovamente i diritti dei più piccoli, obbligati ad un metodo di apprendimento che nulla ha a che vedere con le esigenze dell’età dello sviluppo.
Una visione miope da parte dei governanti, a prescindere dal colore politico che non ha a cuore il futuro delle nuove generazioni, e sceglie sempre la via più comoda per affrontare i problemi, ovvero chiudere e lasciare i cittadini abbandonati a se stessi.
Beffa ulteriore il fatto di essermi vista rifiutare la richiesta di scuola in presenza spettante ai figli di lavoratori definiti “key workers”. Lavoro nella GDO, servizio sulla carta essenziale, visto che non abbiamo mai smesso di lavorare per garantire l’approvvigionamento di derrate alimentari da un anno a questa parte, ma evidentemente ritenuto non così essenziale dai ministeri della salute e dell’istruzione.
Con un marito anch’esso impossibilitato a svolgere il proprio lavoro da casa, l’onere e i rischi della cura di nostra figlia ricadranno ancora una volta sui nonni, vera colonna portante del welfare italico.
Per ultimo vorrei esprimere la mia amarezza per il fatto che le proteste per la chiusura delle scuole siano arrivate sempre dai genitori e molto raramente dal corpo docente. Evidentemente la garanzia di avere in bonifico garantito ogni 27 del mese dallo stato italiano fa perdere la voglia di combattere per difendere, se non il diritto allo studio dei propri alunni, quanto meno il proprio posto di lavoro, come ogni giorno sono costretti a fare milioni di cittadini italiani.
Cordiali saluti,
Michela
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