250 mila mascherine “fantasma“, un arresto e sequestri, truffate Aler e Aria

Operazione della guardia di finanza di Varese. La magistratura dispone il sequestro di beni per 460 mila euro

Truffa - immagini guardia di finanza

La guardia di finanza di Varese ha eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari ed un decreto di sequestro di beni per 460 mila euro nei confronti di un imprenditore varesino.

Secondo le indagini dei militari l’arrestato, «approfittando dello stato emergenziale causato dal COVID 19, ha sia truffato la società ARIA SpA che frodato ALER Milano».

Le indagini della Finanza sono partite su due filoni. Un primo, per una fornitura promessa ad “Aria“ (la centrale acquisti di Regione Lombardia), dove l’imprenditore varesino finito in manette non ha però mai consegnato il quantitativo di 200 mila mascherine pattuite, facendo credere di aver già fornito allo stesso committente in passato alcune forniture sulla base di false fatturazioni presentate, ricevendo un anticipo di 430 mila euro che avrebbe tentato di autoriciclare con investimenti. L’imprenditore avrebbe millantato di essere nella disponibilità dei “dpi”.

Il secondo binario di indagini riguarda invece una fornitura di mascherine consegnate fisicamente ad Aler Milano (50 mila pezzi per un valore di 30 mila euro) ma non conforme alla qualità pattuita. In questa partita secondo i finanzieri «grazie all’illecita intermediazione di un dipendente Aler», l’arrestato ha fornito mascherine prive di certificazione e della prescritta marchiatura Ce.

Nello specifico gli episodi contestati si concretano in una truffa per Aria, e in una frode per Aler. Otre all’imprenditore finito ai domiciliari – anche perché dall’attività di indagine è risultato che volesse riparare in Inghilterra – sono indagati a piede libero anche altri due suoi collaboratori.

Le indagini sono state condotte dalla procura della repubblica di Varese: la procuratrice Borgonovo si è complimentata col generale Lainati per la speditezza delle indagini attivate sotto il coordinamento del pubblico ministero Dalla Palma.

Importante sottolineare come l’apparato investigativo si sia messo in moto da una procedura “sos”, segnalazione di operazioni sospette, che ha consentito di interpolare poi conti bancari, movimenti di danaro e raccogliere elementi di prova anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 18 Maggio 2021
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