Ddl Zan, “difendere la libertà di tutti“

Lettera aperta di alcuni cittadini fra cui Alfonso Indelicato sul disegno di legge in discussione al Senato

senato

Riceviamo e pubblichiamo

PER DIFENDERE LA LIBERTÀ DI TUTTI

È ormai noto il testo completo della Nota sottoscritta e trasmessa dall’arcivescovo Gallagher, responsabile della diplomazia del Vaticano, al Governo italiano. La nota contesta al ddl Zan la possibile violazione dell’art. 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato firmato nell’’84 da Craxi e Casaroli. Tali commi garantiscono alla Chiesa “libertà di organizzazione, di pubblico esercizio di culto, di esercizio del magistero e del ministero episcopale” e “ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.

Il ddl integra l’art. 604 bis del Codice Penale, il quale punisce chi “istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi” con il seguente dettato: “(…) oppure fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla sessualità.”

Il comprensibile timore è in relazione al significato e alla reale efficacia del verbo “istiga”, la cui determinazione verrebbe lasciata, secondo i casi, alla discrezionalità dei singoli magistrati e alla varia giurisprudenza formatasi nel tempo.

Un sacerdote che, nel suo sermone domenicale, richiamasse il biblico “maschio e femmina li creò” o il poco meno famoso passo della Lettera ai Corinzi di S. Paolo che esclude i sodomiti dal Regno di Dio, istigherebbe alla violenza contro gli omosessuali? E il relatore che in un pubblico convegno illustrasse le conseguenze a suo avviso esiziali del cambiamento di sesso, istigherebbe alla violenza sui trans? Egualmente dicasi per un qualsiasi cittadino che esprimesse proprie convinzioni e/o contrarietà in un qualsiasi gruppo, anche famigliare o amicale (casi già accaduti nel mondo).

Dipenderebbe da tante, da troppe cose: dai toni, dal come, dal dove, dal quando. Dipenderebbe soprattutto, riteniamo noi, dal giudice. Ed è verosimile che il timore di conseguenze sul piano della giustizia penale innescherebbe un meccanismo di autocensura, e forse anche, a lungo andare, di autocensura del pensiero: ce l’hanno insegnato autori come Orwell, Koestler, Huxley, e ce lo confermano le timorose ritrosie di tanti di fronte all’impero del politicamente corretto.

Ed è a nostro avviso corretto evidenziare che quando la Chiesa esprime questi timori, non difende soltanto la libertà di sacerdoti e catechisti, ma quella di tutti noi, perché il ddl, qualora diventasse legge, avrebbe efficacia erga omnes, non solo sugli uomini di Chiesa.

Allo stesso modo, quando la Nota firmata dall’arcivescovo Gallagher si riferisce al fatto che anche le scuole cattoliche debbano (non possano, ma debbano) organizzare iniziative per la sensibilizzazione contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia in occasione della “giornata” a ciò dedicata del 17 maggio, e verosimilmente anche in altri momenti, essa non difende solo le scuole cattoliche, ma la libertà di insegnamento e quella dei genitori (compresi quelli che iscrivono i figli alle scuole di Stato) i quali desiderano che i loro ragazzi ricevano insegnamenti coerenti con l’educazione impartita in famiglia su temi così delicati e sensibili.

Non è dunque, la franca contrapposizione ad alcuni controversi passaggi, peraltro non accessori ma coerenti con l’impianto complessivo del DDL Zan, compito della sola Chiesa, e neppure dei soli laici cattolici, ma di tutti coloro che, anche guardando quanto avviene oltre confine, avvertono il rischio per la libertà di coscienza e di libera espressione del proprio pensiero.

A proposito, infine, di politici e improvvisati maître à penser che con toni barricadieri proclamano “l’Italia è uno Stato laico”, assicuriamo che non vogliamo vivere in uno stato confessionale, ma allo stesso modo non desideriamo vivere in uno stato-pedagogo che ci insegni cosa dobbiamo pensare, credere, sperare.

Mariassunta Miglino – Lucio Bergamaschi – Dario Ceriani – Giuseppe Anselmo – Diego Riva – Silvia Mazzola – Dario Lonardoni – Ernesto Credendino – Filippo Germinetti – Vincenzo Fioretti – Giuseppe Sgrò – Alfonso Indelicato

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Giugno 2021
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