Italexit e il cambio di candidati, l’ira di Pietro Romano

A giugno il movimento di Paragone si era speso per l'avvocato Romano, poi si era arrivati a una rottura: ora sostengono Tiziano Fracchi. "Scorretti"

Pietro Romano Gianluigi Paragone

Parla di «rammarico», ma più che la delusione nel tono di voce dell’avvocato Pietro Romano risuona la rabbia.

Dopo la rottura con Italexit di Paragone, dopo l’addio all’idea di una candidatura, Romano ha scoperto che uno dei suoi “soci” politici – l’avvocato Margariti – si era già impegnato, seppur come certificatore di firme, per il “nuovo” candidato di Italexit, Tiziano Fracchia.

Andiamo per ordine: Romano ha rotto con Italexit a metà giugno ed è andato avanti con il suo progetto, affiancato appunto anche dall’avvocato Margariti, che faceva parte del gruppo della lista poi chiamata “Gallarate al Centro”.

«L’11 agosto ho mandato all’avvocato Margariti una mail per l’invio delle firme» ricostruisce Romano. Tutto sembrava bene avviato, ma a fine agosto Romano ha dovuto prendere atto dell’enorme ritardo con cui ci si era mossi. «Adesso mi spiego tante cose» dice Romano. «Mi era stato detto che non avrebbero candidato nessuno a Gallarate e invece si preparava altro. Mi fa specie l’atteggiamento dell’avvocato Margariti».

Qui si è quasi sul piano personale, va detto. Margariti ha fatto presente a Romano che il suo ruolo a favore di Italexit si è limitato alla sola autentica delle firme, ma è chiaro che questo passaggio viene vissuto da Romano  come un colpo basso.

Romano è un fiume in piena: «Mi fanno pena, sono ben felice di essermi tirato indietro. Perché qui non ci sono in ballo gli interessi della città ma gli interessi personale».

L’avvocato gallaratese aveva rotto a giugno con Italexit, stando al suo racconto a causa di un diverbio sul ruolo che Romano ha avuto nel rappresentare alcune delle famiglie sinti. «Paragone mi disse che Italexit era contro l’immigrazione clandestina e che il mio impegno non era compatibile» ribadisce ancora oggi Romano. «Io ho fatto presente che i sinti sono italiani e gallaratesi e non ho niente di cui vergognarmi».

Da allora non è che i rapporti fossero idilliaci. Ma la mossa del sostegno a Fracchia ha passato il segno, per Romano: «Cortesia ed educazione, prima della politica, avrebbero voluto che loro mi avvisassero».

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Pubblicato il 04 Settembre 2021
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