È morta Lina Wertmüller, tra i protagonisti del cinema italiano

È stata anche la prima donna nella storia ad essere candidata all'Oscar come migliore regista. Nel 2016 ha ricevuto il Premio Chiara alla Carriera

Lina Wertmüller morta

È morta all’età di 93 anni Lina Wertmüller, una delle più grandi registe italiane.

Si è spenta oggi, 9 dicembre. Lina Wertmüller, protagonista di una straordinaria carriera è stata anche la prima donna nella storia ad essere candidata all’Oscar come migliore regista, per il film Pasqualino Settebellezze. Nel 2020 ha ricevuto il Premio Oscar onorario.

Tante le pellicole che l’hanno vista regista e sceneggiatrice. Tra i film più celebri e iconici, “Mimì metallurgico ferito nell’onore” e “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” con Mariangela Melato e Giancarlo Giannini.

Lina Wertmuller
Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, 1974

Riferimento per molte donne che hanno seguito le sue orme la Wertmüller si è impegnata anche in molte battaglie politiche e sociali. Una caratteristiche che l’ha accompagnata per tutta la vita: all’età di 92 anni aveva partecipato a una “battaglia” ambientale in Sardegna al fianco di Legambiente.

Lina Wertmuller riceve il premio Chiara alla carriera
La regista durante la consegna del “Premio Chiara alla Carriera” a Luino

Nel 2016 le è stato conferito il Premio Chiara alla Carriera “Per aver ricoperto a teatro, in televisione e al cinema, ruoli di primissimo piano, come autrice di testi e film sempre moderni e irriverenti. Una lunghissima carriera cominciata al fianco di Federico Fellini, prima regista donna a ricevere la nomination all’Oscar.”

Premio Chiara alla Carriera a Lina Wertmüller

LA BIOGRAFIA DI LINA WERTMULLER, RACCONTATA DA LEI DURANTE L’INCONTRO A LUINO

Lina Wertmuller riceve il premio Chiara alla carriera

Lina Wertmüller, figlia di un avvocato, ascendenza Svizzera ma vissuta a Roma, si è formata all’Accademia Teatrale diretta da Pietro Scharoff, «Prima come attrice ma poi come regista: fin da subito volevo diventare un regista» spiegò la Wertmuller.

Ha lavorato sia per la radio che per la televisione, regista e autrice di Canzonissima e autrice di Studio Uno. Nel 1963 è approdata al cinema come aiuto regista di Federico Fellini sul set di 8 e 1/2 «Fellini mi mandava ovunque a cercare facce, non gli bastavano le normali comparse di cineccittà».

In quello stesso anno ha firmato il suo esordio alla regia con I basilischi, film che scrive e dirige, doppiando anche otto personaggi secondari: una pellicola che è stata premiata ai Festival di Locarno, Vienna, Londra e Taormina. «Non volevo però essere etichettata come regista d’autore: io volevo essere ricordata per aver fatto divertire il pubblico, perchè il divertimento è una delle cose più importanti della vita, più del successo».

Per questo, subito dopo, ha cambiato completamente soggetto, realizzando con la RAI Il giornalino di Gianburrasca (1964), primo musical-comedy televisivo, che le ha permesso di mostrare al grande pubblico il talento di attrice di Rita Pavone.

Questa volta parliamo di uomini (1965) è il suo secondo film, interpretato da Nino Manfredi, che vince la Maschera d’Argento. Firmandosi con lo pseudonimo George H. Brown dirige le commedie musicali, prodotte dalla Titanus, Rita la zanzara e Non stuzzicate la zanzara, con Rita Pavone, Giancarlo Giannini, Giulietta Masina, Turi Ferro, Paolo Panelli e Bice Valori.

Ma è con on Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972) e Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974) che inaugura la stagione d’oro della sua carriera, che la renderà famosa anche oltre oceano.

E’ il periodo in cui conosce anche quello che sarà l’amore della sua vita: Enrico Job, geniale artista, scenografo e costumista, che con lei ha avuto un lungo sodalizio professionale e familiare, durato oltre quarant’anni «E’ stato un colpo di fulmine, sono stata fortunata» ha commentato.

Con Pasqualino Settebellezze (1975) raggiunge il successo internazionale, conquistando il mercato americano e ottenendo 4 nomination ai Premi Oscar. Negli anni ‘80 realizza film con interpreti internazionali. A teatro esordisce con la commedia 2 + 2 non fa più 4(1968) con la regia del suo amico Franco Zeffirelli, per poi passare a dirigere lei stessa i suoi testi o adattamenti.

Nel 1986 debutta anche nella lirica, al Teatro San Carlo di Napoli, al Teatro lirico di Atene e per il Tuscia Opera Festival. Adatta per il piccolo schermo con Raffaele La Capria la commedia di De Filippo Sabato, domenica e lunedì interpretata da Luca De Filippo, Pupella Maggio, Luciano De Crescenzo e Sophia Loren che aveva già diretto anni prima in Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova…si sospettano moventi politici (1978).

Nel 1992 firma Io speriamo che me la cavo con Paolo Villaggio. Dirige Ninfa Plebea (1996), Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e di politica (1996) e Ferdinando e Carolina (1999).

Ha poi diretto vari documentari e per la TV: Il decimo clandestino(1989), da un racconto di Guareschi, con Piera degli Esposti e Dominique Sandà; Francesca e Nunziata (2001), tratto dal romanzo di Maria Orsini Natale con Sophia Loren, Giancarlo Giannini, Raoul Bova e Claudia Gerini; Mannaggia alla miseria (2009).

Il suo lavoro più recente è il documentario Roma, Napoli, Venezia… in un crescendo rossiniano (2014) primo progetto in 4k prodotto dal dipartimento Strategie Tecnologiche della Rai.

(Foto Wikipedia)

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Pubblicato il 09 Dicembre 2021
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