Al Gat di Tradate si parla dell’origine delle galassie e della materia oscura

Nuovo appuntamento lunedì 7 marzo on line. Il professor Michele Fumagalli  terrà una conferenza su un tema davvero suggestivo: "Nuovi modi di mappare il cosmo invisibile"

Gat Tradate

Prosegue il ciclo di conferenze organizzate dal GAT, Gruppo Astronomico Tradatese, in occasione dell’entrata in funzione del JWST (James Web Space Telescope), il massimo telescopio mai costruito, che il lancio dello scorso 25 dicembre 2021 ha collocato nel punto di Lagrange 2 a 1,5 milioni di km dalla Terra. Lunedì 7 marzo, alle ore 21 in diretta on line, con accesso libero a tutti dal sito del GAT ( www.gruppoastronomicotradatese.it ) il professor Michele Fumagalli  terrà una conferenza su un tema davvero suggestivo: “Nuovi modi di mappare il cosmo invisibile”.

Michele Fumagalli è uno scienziato; dal 2020 è docente e ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e l’Istituto Nazionale di Astrofisica, dove si occupa dello studio della formazione di galassie, combinando osservazioni dei più grandi telescopi al mondo con simulazioni cosmologiche. Dopo aver conseguito il dottorato in Astrofisica all’ Università della California, ha lavorato come ricercatore presso la Princeton University. Poi, nel 2014 è passato alla Durham University (Regno Unito) dove è diventato professore ordinario all’età di soli 34 anni. Per il suo lavoro in campo cosmologico ha conseguito molti premi internazionali tra cui il prestigioso European Research Council Starting Grant per giovani ricercatori. E’ anche membro di diverse collaborazioni e commissioni scientifiche internazionali, tra cui la commissione per la costruzione di strumentazione per il futuro Extremely Large Telescope, il mega-telescopio da 40 metri che ESO sta costruendo nel deserto cileno di Atacama.

Argomento di base della allettante serata di lunedì 7 marzo è il mistero della materia oscura, che gli scienziati cercano disperatamente da 30 anni senza risultato. La verità è che il modello cosmologico corrente prevede che le galassie si formino al centro di filamenti di materia oscura, che danno vita al cosiddetto “Cosmic Web”. All’interno di questa rete, le galassie sono connesse in un ecosistema cosmico dove interagiscono continuamente tra di loro e con l’ambiente circostante. A causa della sua natura diffusa, è però estremamente difficile osservare direttamente il gas all’interno di questi filamenti di materia oscura anche con i più potenti telescopi. Ma nuove tecnologie che trovano il  professor Fumagalli tra i protagonisti, stanno rivoluzionato la nostra conoscenza della connessione tra il cosmic web e le galassie, permettendoci addirittura di ottenere le prime immagini di questi filamenti. Le implicazioni di queste nuove osservazioni sono fondamentali per la nostra comprensione di come le galassie si formano ed evolvono nelle strutture che vediamo oggi nell’Universo. Il tutto aspettando il James Webb Space Telescope

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Marzo 2022
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