“Il Village non chiude, è stato solo uno sfogo“
In un’intervista il titolare della discoteca in riva al lago di Varese spiega le ragioni del gesto che ha fatto discutere tutta la città
Nessuna chiusura, Varese ha ancora la sua discoteca dove divertirsi in riva al lago, piuttosto lo sfogo di un esercente stanco di tanta maleducazione, sfogo finito prima sui social, poi sulla bocca di tutti trasformando una “tranquilla“ giornata di fine luglio nel pretesto per sviluppare un dibattito sul mondo dei giovani.
“Ci avete rotto”: l’unica discoteca di Varese chiude all’improvviso
«Abbiamo scelto di chiudere perché ci eravamo e ci siamo stancati della situazione che da tempo viviamo ogni serata, chiamati a fare i conti con persone sempre più irrispettose del nostro lavoro e che non hanno più nessuna regola», ha spiegato al Corriere Daniele Lamperti, il titolare della discoteca “Village, Summer Disco“ (e dell’annesso ristorante).
Un post sulla pagina Facebook della discoteca seguita da 18 mila persone che voleva essere una risposta alle tante persone che si sono domandate il perché di quella chiusura inaspettata, sabato scorso, al principio di un weekend partito male, con le solite frasi, i soliti espedienti per cercare di entrare nella discoteca e la ciliegina finale di un bisticcio scoppiato nella notte e non registrato dalla volante inviata dalla questura uscita a vuoto: all’arrivo della pantera nessun avventore facinoroso, nessuna rissa in corso.
È difficile fare un’analisi di quanto sta accadendo nel mondo giovanile dopo le chiusure legate ai lockdown che sembrano un refrain continuo, una giustificazione in «loop» che nasconde certamente una difficoltà dei giovani nata, secondo l’esercente quarantacinquenne, da una carenza educativa delle famiglie: «Non so come possa inquadrarsi quello che stiamo vivendo, credo sia frutto della mancanza di educazione da parte dei genitori. Quando avevo 18 anni e andavo a ballare le figure come i buttafuori venivano rispettate, bastava uno sguardo per mettere fine a un litigio, non ci si pensava minimamente a rispondere. Oggi non è più così. Allora abbiamo deciso di dare un segnale chiaro».
Lamperti ricorda infine che si è trattato di una provocazione, che il locale non chiude, anche se sarà probabilmente diposto a ripetere l’azione dimostrativa qualora dovessero ripetersi episodi come quelli he hanno portato a prendere questa tanto discussa e “rumorosa” decisione.
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Le discoteche del lago chiedono rispetto ai propri avventori, ma sono totalmente irrispettose del sonno dei cittadini dei paesi rivieraschi. La maleducazione e lo scarso senso civico sono presenti anche in chi pretende rispetto.
Sarebbe auspicabile che tali esercizi commerciali mettessero in atto quanto necessario per consentire lo svolgimento delle attività con intrattenimento musicale senza danneggiare la salute dei cittadini che hanno impegni lavorativi e ritmi di vita che devono essere rispettati dai locali della movida e delle discoteche all’aperto.