Cani al guinzaglio: per sé stessi e per gli altri. I consigli del Parco Pineta

Le 6 regole base per garantire una passeggiata a 6 zampe sicura e rispettosa dell’ambiente e degli altri

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Portare il cane al guinzaglio nei boschi e nei parchi non è solo una questione di buone maniere. Si tratta di una scelta responsabile che tutela la fauna selvatica, assicura la sicurezza del cane stesso, degli altri cani e delle persone. E contribuisce così a preservare l’equilibrio naturale degli ecosistemi. L’ambiente naturale, pur offrendo ampi spazi che invitano alla libertà, richiede rispetto, specialmente nei confronti degli animali che vi abitano.

L’impatto del cane sulla fauna selvatica
Anche un cane educato o addestrato e tenuto sotto controllo è soggetto al suo istinto di predatore. E anche il cane perfettamente gestito in contesto urbano difficilmente sceglie, o ha il tempo di scegliere, un comportamento di stasi, nonostante sia richiesto dal conduttore, davanti a una traccia o, ancora peggio, a un selvatico in movimento. Molti cani, soprattutto quelli selezionati per la caccia, hanno un istinto predatorio molto alto e per loro la motivazione a inseguire il selvatico è molto più forte rispetto a quella che li porta a rimanere al fianco del proprietario, dal momento che trovano appagamento nell’inseguimento stesso. Ma anche solo questo comportamento di caccia, seppur non termini con la cattura del selvatico da parte del cane, ha gravi conseguenze sulla fauna, sottoponendola a un forte stress. Questo può spingere la fauna, che percepisce il cane come un predatore, a comportamenti anomali, come abbandonare i propri piccoli o rifugiarsi in aree pericolose. Infatti in periodi critici, come la primavera, quando molte specie si riproducono, i cani possono spaventare o disturbare madri che accudiscono i piccoli, interrompendo attività vitali come la loro nutrizione e protezione. L’interazione tra cane e fauna selvatica può compromettere la naturale dinamica di popolazione, modificando così l’equilibrio dell’ecosistema. E l’interruzione di dinamiche ecologiche apparentemente insignificanti può portare a conseguenze di ampio respiro.

Molte aree naturali protette sono state create proprio per preservare specie vulnerabili o in via di estinzione. Lasciare un cane libero in questi contesti significa minacciare habitat che già si trovano sotto pressione a causa di fattori esterni, come il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità causata dall’uomo.

La sicurezza del cane e delle persone
Tenere il cane al guinzaglio è una misura necessaria anche per proteggere lo stesso animale. I boschi e le aree montane nascondono molte insidie come corsi d’acqua, burroni o rocce scivolose: un cane libero dal guinzaglio potrebbe cadere o restare intrappolato, mettendosi in grave pericolo. Il cane potrebbe incontrare animali selvatici per lui pericolosi che, sentendosi minacciati, potrebbero difendersi attaccandolo. Un altro pericolo spesso sottovalutato è la possibilità di incontro con cani da guardiania o con un’alta aggressività intraspecifica, che quindi potrebbero non tollerare la vicinanza di un altro cane e potrebbero ferirlo. Questo avviene in particolare se i due si trovano in una situazione di disparità in termini di conduzione: in questo caso il cane regolarmente condotto al guinzaglio si sentirebbe svantaggiato di fronte a un cane libero, poiché privo della libertà di fuga, e in caso di insicurezza o minaccia, l’unica sua possibilità di reazione sarebbe l’attacco.

Ma non solo: il guinzaglio protegge anche le persone. I boschi sono frequentati anche da bambini e ciclisti e non tutti amano i cani o sanno come comportarsi in loro presenza. L’imprevedibilità di un cane che si avvicina bruscamente a un altro escursionista, soprattutto se quest’ultimo ha paura o è un bambino, può generare panico o causare incidenti, in particolare nei tratti più impervi e pericolosi.

Ma cosa dice la legge?
In Italia, la legge è chiara in merito all’obbligo di condotta del cane al guinzaglio. Il proprietario del cane è responsabile del suo benessere, del suo controllo e della sua conduzione, come previsto dall’Ordinanza del Ministero della Salute del 6 agosto 2013, riguardante la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani. L’art. 672 c.p. prevede una sanzione amministrativa per chiunque lasci libero, o non custodisca con le dovute cautele, animali pericolosi. Inoltre sui proprietari grava una responsabilità sia civile che penale, prevista dagli articoli 2052 c.c., 590 e 672 c.p., nel caso in cui il proprio animale sia l’autore di danni o lesioni a persone, cose o altri animali, anche nel caso in cui fosse fuggito o smarrito.

Questo riguarda anche i parchi, i sentieri e le aree verdi frequentate da altre persone. Inoltre, nelle aree protette e nei parchi naturali, esistono normative specifiche che possono vietare l’accesso ai cani in determinate zone per preservare la fauna e l’ambiente. Ad esempio, molti parchi regionali e nazionali impongono restrizioni durante periodi sensibili, come la stagione della riproduzione o la migrazione degli uccelli. In caso di danni causati dal cane alla fauna o ad altre persone, le responsabilità possono essere anche penali. È dunque fondamentale informarsi sempre sulle regole specifiche del parco o dell’area naturale che si intende visitare.

Regole per un trekking sicuro con il cane
Per garantire una passeggiata a 6 zampe sicura e rispettosa dell’ambiente e degli altri, è importante seguire alcune regole di base:

Guinzaglio obbligatorio: anche se il cane è ben addestrato, tenerlo al guinzaglio è necessario per prevenire incidenti e garantire la protezione della fauna. Nei luoghi in cui non è obbligatorio il guinzaglio regolare di 1,5 m, è possibile utilizzare lunghine di 5-10 m, che permettono una certa libertà al cane, ma allo stesso tempo lo tengono in sicurezza.
Rispettare i sentieri segnalati: seguire i percorsi tracciati riduce il rischio che il cane entri in aree sensibili, come nidi o tane, che potrebbero essere disturbati dalla sua presenza. I sentieri sono progettati per limitare l’impatto umano sull’ambiente e mantenerli aiuta a proteggere gli habitat naturali.
Non avvicinarsi alla fauna selvatica: se si avvista un animale selvatico, è importante non avvicinarsi e tenere il cane vicino a sé. Anche una breve interazione può avere conseguenze negative sia per il cane sia per l’animale selvatico.
Raccogliere i bisogni del cane: anche in ambiente naturale è essenziale raccogliere le deiezioni del proprio cane. Non solo per mantenere pulito l’ambiente, ma anche per evitare la diffusione di malattie o parassiti alla fauna selvatica: anche i cani vaccinati possono essere vettori di malattie.

Tenere il cane al guinzaglio durante le passeggiate in boschi e parchi è un atto di responsabilità verso la natura, il prossimo e il proprio cane. Il guinzaglio protegge la fauna selvatica e garantisce una coesistenza sicura tra uomo, animale domestico e ambiente. Solo così possiamo preservare l’integrità delle aree naturali, consentendo a tutti di continuare a godere della loro bellezza senza mettere in pericolo ciò che le rende uniche. Se ami il tuo cane, ami la natura.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Settembre 2024
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