Il viaggio della memoria, Nino e la democrazia tedesca che ci difende

L'intervento di Giuseppe Geneletti a pochi giorni dal 25 aprile: non è troppo tardi. Ma soprattutto: che non diventi tardi. La vera democrazia non è mai data una volta per tutte, ed è sempre una conquista

Generico 05 May 2025

Ieri, dopo pranzo, mio suocero Nino mi ha chiesto del mio ultimo articolo sull’esplorazione in kayak del lago di Varese. Gli ho raccontato del progetto, del silenzio dell’acqua e della bellezza di
quei paesaggi che sembrano sospesi nel tempo. Lui ha sorriso, e con gli occhi lucidi ha ricordato i suoi vent’anni, quando con gli amici partiva per raggiungere quei luoghi, spinto da una sete di
libertà e scoperta. Lago di Varese, Monate, Maggiore. Nuoto pinnato, sub, gioventù. Poi, come spesso accade con Nino, tutto ha cambiato direzione. Mi ha parlato dei valori che lo ispiravano da giovane, valori che ha riscoperto anni dopo, quando ha deciso di laurearsi in storia per la seconda volta. E così, ci siamo ritrovati a discutere della democrazia, di come oggi sembri vacillare sotto i colpi del populismo e dell’estremismo.

La Germania e la difesa della democrazia

Recentemente, la Germania ha deciso di classificare l’Alternative für Deutschland (AfD), partito di estrema destra, come “gruppo di estrema destra accertato”. Questa decisione, presa dall’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (BfV), è stata motivata dalle posizioni xenofobe e antidemocratiche del partito, ritenute incompatibili con l’ordine democratico libero e fondamentale del paese.  Marco Rubio, Segretario di Stato degli Stati Uniti, ha criticato duramente questa scelta, definendola “tirannia mascherata” e accusando la Germania di reprimere l’opposizione politica. La risposta del Ministero degli Esteri tedesco è stata ferma: “Questa è democrazia. Questa decisione è il risultato di un’indagine approfondita e indipendente per proteggere la nostra Costituzione e lo stato di diritto. Sono i tribunali indipendenti ad avere l’ultima parola. Abbiamo imparato dalla nostra storia che l’estremismo di destra deve essere fermato”.

Il paradosso della democrazia

La discussione con Nino mi ha fatto riflettere sul paradosso della democrazia: può una società democratica tollerare l’intolleranza? Se permettiamo a forze antidemocratiche di prosperare in nome della libertà, rischiamo di veder svanire proprio quella libertà che vogliamo proteggere. La Germania, con la sua storia segnata dal nazismo, ha scelto di adottare una democrazia sostanziale, che non si limita al mero esercizio del voto, ma che si impegna attivamente a difendere i valori fondamentali su cui si basa. Gli Stati Uniti, invece, sembrano adottare una visione più procedurale, dove la legittimità deriva esclusivamente dal processo elettorale, anche se questo porta al potere forze che, una volta elette, iniziano a smantellare le regole stesse. Come una partita in cui l’arbitro viene cacciato dopo il fischio d’inizio.

Segnali preoccupanti

Pochi mesi fa, durante l’insediamento del presidente Trump, Elon Musk ha eseguito un gesto interpretato da molti come un saluto nazista. Nonostante le polemiche, Musk ha minimizzato l’accaduto, definendolo un “trucco sporco” dei suoi avversari. Il gesto ha suscitato indignazione in Europa, dove il saluto nazista è illegale e considerato un simbolo di odio e violenza. Ancora più recentemente, un ragazzo fiorentino di 14 anni ha replicato lo stesso gesto durante una visita scolastica ad Auschwitz. Lo ha fatto proprio lì, dove la memoria grida più forte. Il fatto ha
portato a procedimenti giudiziari sia in Polonia che in Italia. Alla fine, il ragazzo ha ricevuto un ammonimento educativo, ma l’episodio ha sollevato interrogativi profondi sulla consapevolezza
storica delle nuove generazioni. A margine, voglio aggiungere un frammento luminoso: proprio ieri, Alessandra, un’amica, mi ha scritto della sua visita al Museo Cervi di Gattatico con le figlie. “Ho pianto già dal parcheggio… posto incredibilmente pesante per gli italiani brava gente! Installazione perfetta.” È questa la forza catartica dei luoghi della memoria: ci parlano, ci costringono a sentire, ci riportano alla nostra responsabilità di cittadini. La scuola, la storia e persino i luoghi della memoria devono continuare a toccare le coscienze.

Dove resiste, oggi, la democrazia?

Alla luce di questi eventi, mi chiedo: dove risiede oggi la vera democrazia? Forse non più negli Stati Uniti, dove la libertà sembra essere diventata un alibi per giustificare l’intolleranza. Forse, ed è paradossale ma comprensibile, è proprio in Germania, dove la memoria storica ha insegnato che la democrazia va difesa anche a costo di prendere decisioni difficili. La Germania sta combattendo una battaglia cruciale contro il cancro del populismo che minaccia di erodere dall’interno le fondamenta della società democratica. È una lotta che richiede coraggio, determinazione e una profonda consapevolezza del passato.

Mentre tornavo a casa, ripensavo alle parole di Nino. La democrazia non è un dono garantito, ma una conquista da difendere ogni giorno. E forse, proprio come in un viaggio in kayak sul lago di Varese, è nel silenzio e nella riflessione che possiamo ritrovare la rotta giusta. “Maledetta la pietà, e maledetto chi dal cielo mi ha chiuso le orecchie e velati gli occhi, perchè io non capissi, e restassi vivo al vostro posto!”, la vecchia quercia, Alcide Cervi.

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Pubblicato il 05 Maggio 2025
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