Summit razzista a Gallarate, Comunione e Liberazione: il richiamo al dialogo e alla responsabilità
La comunità di Comunione e Liberazione Gallarate condivide questa una riflessione aperta che invita a guardare oltre l’immediato scandalo per riscoprire i valori di accoglienza, solidarietà e dialogo

Di fronte alle recenti polemiche nate in seguito al controverso summit razzista tenutosi a Gallarate, la comunità di Comunione e Liberazione Gallarate condivide questa una riflessione aperta che invita a guardare oltre l’immediato scandalo per riscoprire i valori di accoglienza, solidarietà e dialogo che da sempre costituiscono l’anima della nostra comunità. Riceviamo e pubblichiamo il testo.
Spettabile redazione,
desideriamo condividere una breve riflessione che l’evento del “ Remigration summit”, ospitato nella nostra città sabato scorso, ci ha suscitato.
Anche noi, come molti, siamo rimasti disorientati dalla disponibilità offerta ai partecipanti a questo raduno, dichiaratamente estremisti, nella nostra città.
Sappiamo però che in democrazia tutti hanno diritto di parola, anche se non sempre questo principio è rispettato; i recenti gesti di intolleranza accaduti in Università a Torino per esempio, nei confronti del presidente dell’unione dei giovani ebrei aggredito fisicamente in occasione di un evento sul Manifesto per il diritto allo studio, lo dimostrano ampiamente.
A noi però questo evento provoca una riflessione diversa.
Ci siamo accorti che è facile scandalizzarsi per gli slogan politici che propongono“soluzioni” parziali e spesso inadeguate al problema enorme dell’immigrazione.
Ma quello scandalo poi non intacca lo strato di indifferenza e disabitudine a coinvolgersi nella quotidianità con le sofferenze degli altri. Di questa indifferenza non ci scandalizziamo affatto, e forse nemmeno la vediamo.
Bambini, donne e giovani, approdati nel nostro paese attraverso quei viaggi della speranza che pagano a caro prezzo, sopportando violenze e soprusi, non possono rappresentare unicamente un problema da risolvere. Certamente c’è anche questo aspetto, è un tema molto complesso che vede la politica impegnata su diversi fronti.
Ma c’è innanzitutto la stoffa di cui siamo fatti, che è quella capacità di accoglienza e solidarietà che è stata alla base dell’educazione della nostra gente e che ci testimoniano anche oggi molte realtà di carità presenti nella nostra città e i gesti di generosa accoglienza che persone comuni mettono in campo, segno distintivo di un’educazione che affonda le sue radici nella tradizione cristiana.
A Gallarate associazioni di volontari distribuiscono periodicamente cibo e vestiti a persone in difficoltà e da anni sono presenti gruppi di insegnanti che liberamente e gratuitamente, dopo il lavoro, o negli anni della pensione, aiutano nello studio della nostra lingua grandi e piccoli. Nelle circostanze particolarmente difficili che abbiamo attraversato – covid, alluvioni, terremoti – abbiamo riscoperto il valore della solidarietà e dell’accoglienza.
Anche oggi c’è un modo di vivere le sfide dei tempi con quella apertura e disponibilità che ci è stata trasmessa e a cui siamo stati educati. Come quando nelle campagne, anche non lontano da qui, a Natale si apparecchiava un posto in più, per accogliere chi arrivasse nel bisogno.
Quel gesto semplice educava i più piccoli a concepire la propria casa come luogo aperto ad accogliere e a nutrire chi era in una condizione di fatica o di dolore, ponendo le radici di quella cultura dell’amore che rende grande un paese.
Quella è la disponibilità a “dialogare e a costruire ponti”, a cui ci richiama Papa Leone XIV, e di cui abbiamo tanto bisogno per ricominciare a sperare. A questo anche la politica può e deve dare spazio.
Comunione e Liberazione Gallarate
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