Treni sporchi e in ritardo, le FS non devono risarcire

Il giudice di pace conferma le sentenze del passato: nessun risarcimento individuale è dovuto per i disagi patiti dai viaggiatori

Treni sporchi e in ritardo? Le Ferrovie si scusano per il disagio, ma non sono tenute a dare alcun risarcimento individuale. Ad affermarlo, in linea con l’orientamento della Cassazione, è una sentenza del Giudice di Pace di Treviglio che ha così rigettato una richiesta di indennizzo presentata da un viaggiatore. Un pendolare della linea Milano – Brescia aveva infatti citato Trenitalia in giudizio per “grave inadempimento contrattuale”, chiedendo un rimborso di danni non patrimoniali pari a 1.100 euro. “Il ritardo, la scarsa pulizia dei convogli o il sovraffollamento delle carrozze – si legge nella sentenza – non possono, in ogni caso, integrare gli estremi di lesione di diritti costituzionalmente garantiti, non essendo i menzionati interessi presidiati da diritti di rango costituzionale”. La sentenza lombarda arriva dopo che già nel settembre 2008 il Tribunale di Perugia aveva ribaltato, annullandola, una deliberazione di un Giudice di Pace che riconosceva ad un passeggero di un Eurostar Foligno – Roma arrivato in ritardo il diritto ad essere risarcito per “danni alla salute causati da sofferenza psico-fisica”.

Nessun risarcimento, dunque, almeno non direttamente. Anche se le FS ricordano che “i contratti di servizio stipulati da Trenitalia con tutte le Regioni già prevedono penali a carico dell’azienda ferroviaria in caso di non raggiungimento degli standard previsti di puntualità, pulizia e qualità del servizio”. Penali che poi le Regioni possono anche destinare a beneficio dei pendolari, ottenendo sconti cospicui sugli abbonamenti: il famoso bonus ritardi, deciso linea per linea, con qualche effetto paradossale in passato.

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Pubblicato il 23 Giugno 2010
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