Pasquale Crocetti morto in Puglia a 62 anni, i familiari da Lonate Pozzolo chiedono giustizia
L’uomo era intenzionato a trasferirsi nella sua terra d’origine per cambiare vita, poi la morte, nel giugno 2024. La figlia: “Non lo hanno curato adeguatamente in ospedale”. Una marcia per sensibilizzare le morti per negligenze ospedaliere
«Non posso accettare che la morte di mio padre venga archiviata come una fatalità. Per questo chiedo il vostro aiuto, affinché questa storia venga raccontata e possa emergere la verità». Pasquale Crocetti aveva 62 anni quando è morto il 2 giugno del 2024 in Puglia, dove si era trasferito a fine marzo dello stesso anno perché voleva cambiare vita. Aveva scelto la sua regione di origine, era di Trani; viveva in provincia di Varese, a Lonate Pozzolo, con la moglie.
Dunque secondo la ricostruzione offerta dalla figlia dei signor Pasquale, Francesca Crocetti, l’uomo aveva effettuato un primo accesso al pronto soccorso dell’ospedale di Bisceglie per forti dolori addominali il 28 giugno 2024 cui sono seguite dimissioni e un secondo accesso poche ore dopo il giorno successivo, il 29, sempre al “Vittorio Emanuele II”: stessi problemi malgrado l’assunzione di farmaci prescritti, antidolorifici, «in tale occasione il signor Crocetti venne dimesso senza venisse effettuato alcun accertamento», spiega il legale della famiglia. Alle dimissioni è seguito un accesso, due giorni dopo, il 31 maggio, in ambulanza, al Ps all’ospedale di Andria dove purtroppo il 62enne varesino non è sopravvissuto nonostante diversi accertamenti specialistici eseguiti dai sanitari nel tentativo di salvargli la vita.
I partenti hanno dato incarico a due periti per valutare l’esito del decesso sottoponendo quanto avvenuto alla Procura della repubblica di Trani che una volta esaminato il caso in relazione all’operato di tre sanitari dell’ospedale di Bisceglie ha chiesto l’archiviazione. Richiesta a cui i familiari, – Francesca e Marianna, le figlie e Rita D’Angiolella, la moglie – assistiti dall’avvocato Riccardo De Lodi, si sono opposti. Ora la palla passa al giudice per le indagini preliminari a cui spetterà valutare se respingere la richiesta di archiviazione e se, in caso positivo, ordinare al pubblico ministero di proseguire le indagini preliminari.
«Nei giorni scorsi, la Procura di Trani ha avanzato una richiesta di archiviazione dell’inchiesta, ma la mia famiglia si è opposta con forza, presentando una nuova perizia che evidenzia gravi omissioni diagnostiche e ritardi che, se gestiti diversamente, avrebbero potuto salvare la vita a mio padre», continua la figlia Francesca. «Non si tratta solo di un caso giudiziario, ma di una vicenda umana che riguarda la dignità, la responsabilità e la fiducia che ogni cittadino ripone nella sanità pubblica».
Anche per questo Francesca non si dà per vinta e ha cominciato una campagna per far conoscere il caso all’opinione pubblica: «Il 2 giugno arriverò a piedi a Santa Maria di Leuca dopo un cammino che voglio percorrere per tutta Italia per sensibilizzare sul tema delle morti per negligenza ospedaliera», spiega a Varesenews. «Sto pensando a dar vita ad una associazione che possa sostenere i parenti di tutte quelle persone che si sono ritrovate nella nostra situazione».
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