Le istituzioni tradite
Un silenzio assordante ha accompagnato l’ultimo saluto di Davide Musci a Laveno. Il silenzio delle istituzioni. Non solo nessun rappresentante dell’amministrazione comunale ha sentito il dovere di partecipare alla commemorazione del giovane scomparso, ma da quella stessa istituzione nessun messaggio è stato rivolto alla famiglia anche nei giorni successivi.
Nelle moderne istituzioni il sindaco è il rappresentante massimo della comunità. Quella stessa comunità che a Laveno è stata scossa dai terribili fatti della notte di venerdì. Quella stessa comunità che però ha avuto la forza di reagire. E lo ha fatto nei modi e nelle forme che sarebbero piaciute a Davide. Una sorta di manifestazione pubblica e uno slogan su tutti: “i tuoi sogni continueranno nelle nostre lotte”. Sabato per le strade di Laveno e sotto il Circolando c’era un intero popolo. La famiglia, gli amici, tanti giovani “antagonisti”, tanti giovani “normali”, tanti adulti, bambini e anziani. Tutti stretti intorno a un giovane che aveva deciso di giocarsi la sua vita in progetti pubblici. Oltre mille persone. Tutto questo non meritava un silenzio così pesante, così terribile. Che istituzioni sono quelle che non ascoltano più i cittadini, che non sanno dialogare proprio quando ce n’è maggiore bisogno, che non sono capaci di un minimo di solidarietà anche verso situazioni che non per forza vanno condivise?
Un sindaco che non sa interpretare quanto accade nella sua comunità dovrebbe interrogarsi a lungo sui perché abbia accettato una così difficile carica. La realtà sociale anche nei nostri piccoli paesi cambia e si fa più complessa. Alla ricchezza materiale non corrisponde una stessa ricchezza sociale. La stessa idea di comunità fatica a crescere e domina la paura e spesso l’indifferenza. Segnali di una comunità ferita e in difficoltà.
In questi giorni si apre la campagna elettorale. Ci auguriamo che tutti i candidati, al di là degli schieramenti e delle bandiere sotto cui si contenderanno la massima poltrona, mettano al primo posto dei loro programmi le relazioni con le proprie comunità. Mettano a disposizione l’attenzione e la capacità di ascolto. Se non saranno capaci di farlo, rinuncino a correre per una carica difficile e faticosa. Ci guadagneranno loro e le loro comunità.
L’ultimo saluto a Davide ha avuto spesso come colonna sonora tante parole di Fabrizio De Andrè. Oltre trent’anni fa il cantautore chiudeva una canzone sul maggio francese con un avvertimento: “per quanto voi vi crediate assolti, siete lo stesso coinvolti”. Ci auguriamo che oggi suonino da auspicio più che da minaccioso presagio.
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