Il sindaco replica sul futuro del teatro

Riceviamo e pubblichiamo la posizione del sindaco di Varese Aldo Fumagalli sulla questione del teatro cittadino

Pubblichiamo di seguito, nella sua versione integrale, una replica del Sindaco di Varese, Aldo Fumagalli, sulla vicenda del teatro. Ringraziamo il primo cittadino di averci inviato questo comunicato. Il nostro giornale ha sempre dato il massimo dell’informazione badando a non falsare mai le cose. Mai abbiamo scritto che il teatro di Varese chiude, così come mai abbiamo speculato, per nessuna ragione sulle difficoltà che in più occasioni si sono rivelate nel gestire il teatro. Dispiace solo leggere certi toni e veder scendere questioni importanti per la città, a sterili polemiche personali o fatte di personalismi inutili.

 

Ha ragione Premoli quando afferma: "Gli spettacoli li può organizzare chiunque"… e forse anche … meglio, aggiungiamo ora noi o, quanto meno, con più avvedutezza sia dal punto di vista economico che gestionale. Ci domandiamo solo perché fino a ieri il Signor Premoli e Dal Pio non tenevano nei nostri confronti questo atteggiamento, anzi erano riverenti e ossequiosi. "Il Comune non ha colpa" affermava Dal Pio "la responsabilità è di "2 A" che ci ha messo in difficoltà con costi di gestione eccessivi. Cerchiamo una soluzione, veniteci incontro". E di ipotesi di soluzione in questi ultimi mesi l’Amministrazione Comunale, attraverso il Direttore Generale e l’Assessore alla Cultura, ne ha proposte più di una a Dal Pio, amministratore delegato di "Primafila", nel tentativo di dare un appoggio ad una società che dopo un anno di esperienza (o sperimentazione? Dal momento che nessuno di loro era veramente del settore) si è trovata in gravi difficoltà. I bilanci "veri" non ce li hanno mai mostrati (ad esempio, a quanto ammontano gli introiti per l’esclusività della pubblicità, raccolta da Delpi srl, altra società in mano a Dal Pio?), ma non abbiamo motivo di non credere loro. E adesso, visto che ormai con noi non c’era proprio più niente da fare, visto che la "politica" non veniva in soccorso del privato gestore, ma pretendeva della garanzie, ora attaccano, con la speranza di avere l’appoggio dell’opposizione. Il risultato: il "Teatro di Varese chiude" titolavano i giornali, in modo ingannevole per i cittadini e anche dannoso dal punto di vista dell’immagine. Chi l’ha detto che chiude? Innanzitutto Primafila non è "il teatro di Varese". Il Comune ha già garantito da contratto la propria stagione teatrale ed altre sessanta serate, e poi la 2 A, che nell’impresa ha messo davvero i soldini, non starà ferma a perdere altri soldi … Ha già liquidato "Primafila", troverà senz’altro un modo di gestire che sia sall’altezza della situazione per garantire la propria parte di spettacoli e i relativi introiti. Leggevo oltre: "Il Teatro resta, ma senza anima" … e Premoli senza i 50.000 € di compenso, come direttore artistico (più o meno metà del disavanzo di Primafila). Un po’ di presunzione c’è in Primafila, e c’è sempre stata, ma a questo mondo, e l’esperienza lo insegna ogni giorno, nessuno è indispensabile … Allora, il compagno Alfieri continui a dormire sonni tranquilli, perché il Teatro di Varese non chiuderà, non resterà "senz’anima", perché cessate "le cortine fumogene" levate in questi giorni, si tornerà a pensare alla prossima stagione teatrale. Del resto, proprio in questi giorni, l’Assessore al Bilancio, l’Assessore alla Cultura e il Direttore Generale stanno già lavorando col gruppo "2 A", l’unico che ha un rapporto diretto con il Comune, per definire le nuove modalità da gestione del Teatro di Varese.

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Pubblicato il 28 Giugno 2003
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