Contrabbando culturale al MAGA
Apre sabato al Museo la mostra principale del progetto italo - svizzero VIAVAI. Il lavoro degli artisti riflette sul concetto di confine
Un rapporto antico e contraddittorio lega da sempre la Svizzera all’Italia.
Il confine geografico è anche un confine umano, sociale e culturale, che il progetto VIAVAI «Contrabbando culturale Svizzera-Lombardia» e promosso dalla Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia e realizzato in partenariato con i cantoni Ticino e Vallese, la città di Zurigo, la Fondazione Ernst Göhner vuole approfondire con una ricco calendario di eventi.
La mostra principale del progetto porta nel titolo la celebre frase di pronunciata da Segantini sul letto di morte Voglio vedere le mie montagne e usata da Joseph Beuys per siglare uno dei suoi lavori più importanti e complessi, un vero e proprio testamento.
Curata da NoahStolz porta negli ambienti del museo gallaratese lavori realizzati per l’occasione di artisti italo-svizzeri tra cui GILLES AUBRY, ALAN BOGANA, CUOMO E IORIO, OPPY DE BERNARDO, MARCO FEDELE DI CATRANO, AURÉLIEN GAMBONI, INGEBORG LÜSCHER, ANGELA MARZULLO, LUC MATTENBERGER, YVES METTLER, GIANNI MOTTI, ALDO MOZZINI, MARCO POLONI, RELAX (chiarenza & hauser & co), PASCAL SCHWAIGHOFER, UNA SZEEMANN & BOHDAN STEHLIK, MIKI TALLONE che si pongono come un’immagine inedita di quel paesaggio plurale, umano, storico e politico, italiano e svizzero, che è crocevia di viaggi, di visioni, di storie.
La finestra da cui Segantini vede le sue montagne diventa la porta di un armadio da cui il ragazzo vedeva uscire un uomo nero, il paesaggio alpino corrisponde invece ad una narrazione costituita da oggetti ordinatamente disposti nello spazio e materiali poveri che rimandano alla costruzione delle fondamentali mitologie personali dell’artista. Sullo sfondo ci sono la seconda guerra mondiale, la psicanalisi e l’antroposofia.
L’esposizione non è un omaggio letterale a maestri del passato, ma al loro spirito di profanazione. Nel suo insieme è il frutto di mesi di lavoro e di ricerca, del dialogo tra curatore, artisti e istituzioni coinvolte. I frammenti di questa esperienza condivisa, come in un’opera di traduzione, andranno a ricomporre l’immagine corale del paesaggio transalpino di oggi. Non un paesaggio specifico, ma un paesaggio plurale, che trascende confini e che si prende gioco dello stesso concetto della spazio-temporalità.
La mostra inoltre vedrà la presenza di un ricchissimo programma di attività: laboratori, workshop, dibattiti con gli artisti e conferenze, a cui seguirà un programma specifico.
Programma delle attività del 7 Febbraio
Ore 15.00 Visita alla mostra – “Energia e paesaggio in Voglio vedere le mie montagne”
Ore 15.30 Conversazione tra Noah Stolz e Toni Ricciardi, storico delle migrazioni presso l’Università di Ginevra (realizzata insieme all’Associazione Stella Maris)
Ore 17.00 Saluti istituzionali: Cristina Cappellini, Assessore alle Culture, Identità e Autonomie Regione Lombardia; Paola Piffaretti, DECS, coordinatrice dei servizi culturali del Cantone Ticino; Pro Helvetia: Murielle Perritaz, membro della Direzione e Luca Depietri, responsabile del programma “Viavai Contrabbando culturale Svizzera-Lombardia”; Elio Schenini, Conservatore Museo Cantonale d’Arte, Lugano; Edoardo Guenzani, Sindaco di Gallarate; Giacomo Buonanno, Presidente Museo MA*GA
Ore 17.30 Visita alla mostra – “Identità e lavoro in Voglio vedere le mie montagne” Ore 18.30 Inaugurazione di “Via Angelo Nessi” nel parco del MA*GA, installazione di Oppy De Bernardo
Ore 19.30 Risottata tradizionale della Pro Loco di Gallarate Dalle 15.00 alle 20.00 il MA*GALab ospita le sperimentazioni radiofoniche di Radio Tramontana, HEAD, Ginevra Ingresso Gratuito
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